Sprecarla è peccato

Pubblicato il 20-11-2022

di Carlo Degiacomi

Spesso molti enti come Comuni e Regioni forniscono guide per il risparmio idrico delle famiglie con evidenti svarioni e indicazioni sbagliate. Tutto va bene in un momento di crisi urgente e profonda. Ma occorre ricordare che oltre il 70% dell’acqua è in uso all’agricoltura, il 22% all’industria e che per i consumi domestici rimane l’8%.

Inoltre bisogna concentrarsi sugli aspetti rilevanti di una necessaria cultura del non spreco. Per esempio, i guasti idrici negli alloggi, come le perdite dai rubinetti, sono lo spreco principale. L’irrigazione di erba nei giardini è il secondo: sarebbe meglio privilegiare gli impianti goccia a goccia e annaffiare di sera. Poi utilizzare le tecnologie diffuse negli ultimi 20 anni: dai frangigetto ai rubinetti e doccia allo scarico del gabinetto differenziato; lavatrici e lavastoviglie di ultime generazioni con ciclo economico e a pieno carico (si utilizza meno acqua di chi lava i piatti a mano); preferire la doccia al bagno stando poco tempo sotto l’acqua.

Ovviamente il tema della siccità e dell’acqua è ben più complesso. I lunghi periodi di non pioggia nell’autunno del 2021 e nell’inverno del 2022 hanno provocato una grande siccità in molte zone in Italia e in Europa. L’assenza di pioggia, la concomitanza delle temperature più alte rispetto alla media, il riscaldamento del suolo e del mare sono i segni evidenti dei cambiamenti climatici che si influenzano tra di loro e che fanno considerare la siccità come una crisi cronica e non saltuaria. A livello mondiale la siccità negli ultimi anni ha colpito 1,5 miliardi di persone. Si prevede che nel 2030 il 47% della popolazione vivrà in condizioni di stress idrico.

Abbiamo scritto che oltre il 70% dell’uso dell’acqua in Italia avviene da parte dell’agricoltura che è anche la grande accusata di non avere mai provveduto a ridurre le sue esigenze cambiando paradigmi. Un esempio: la stragrande maggioranza dell’irrigazione avviene tramite “cannoni” ad alta pressione che sparano getti di 50/70 metri con un alto consumo energetico. L’acqua spesso non entra nel terreno, ma dilava. Le tecniche più recenti suggeriscono strategie alternative: tubi interrati a 50 cm di profondità che, goccia dopo goccia, a bassa pressione, forniscono acqua direttamente alle radici di tutte le colture.
In un periodo come questo, le piante, nonostante le irrigazioni, vanno in crisi e, per “difendersi”, riducono la produzione. Il caldo ha anche bruciato la vegetazione prima del raccolto. Con la conseguenza dell’aumento dei prezzi e della riduzione dell’immissione sul mercato. Eppure l’Italia è il Paese in Europa con maggiore quantità di pioggia l’anno (così almeno risulta dai dati degli ultimi 50 anni); di più della Gran Bretagna e della Francia! 302 miliardi di m3 di pioggia l’anno.
Inoltre ha a disposizione un’enorme potenzialità di risorse di corsi d’acqua (7.594), laghi (324), falde sotterranee (oltre 1.000). Eppure oggi sembrano non bastare. Attualmente le 526 dighe raccolgono l’11% dell’acqua piovana rispetto al 15% di 50 anni fa. Per l’utilizzo puntuale dell’acqua piovana mancano invasi di zona. L’altro grande accusato è il sistema degli acquedotti (troppo spezzettato e senza coordinamenti) che ha 600.000 km di rete idrica ma che perde il 42% di acqua potabile. La media europea delle perdite è dell’8%.

I fondi europei del PNRR rappresentano degli investimenti necessari per organizzare una linea di crisi efficace. Il Ministro della Transizione ha indicato i titoli e i fondi che sarebbero a disposizione: per la depurazione delle acque reflue in modo che si possano utilizzare nell'industria e nell'agricoltura; per operazioni di monitoraggio digitale e le riparazioni sulle perdite delle reti idriche; per costruire nuovi invasi e nuove reti di collegamento tra acquedotti; per l’ammodernamento e per nuove tecniche per l’irrigazione agricola. L’Europa ci accusa di aver promesso di utilizzare le acque reflue depurate ma di non averlo fatto. In sintesi questi sarebbero gli obiettivi politici da praticare subito.


Carlo Degiacomi
NP agosto / settembre

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok