Speranza quotidiana

Pubblicato il 23-01-2025

di Cristiana Capitani

Nonostante la guerra vicina, all'Arsenale dell'Incontro si desidera costruire la pace incontrando ogni giorno bambini e bambine che chiedono solo di essere amati e curati

Stiamo vivendo un tempo molto particolare, una quotidianità dove tutto sembra normale nonostante la guerra a pochi chilometri.
Se si presta attenzione, però, ci si accorge che questa normalità è solo apparente. Alcune settimane fa i cieli si sono illuminati di tante luci che non erano stelle e nemmeno aerei... Ci sembrava di essere dentro a un videogioco, ma era in realtà il suono della guerra prodotto dalla disintegrazione di quelle luci! Qualcosa che ti entra dentro e comincia a scavare in profondità, portando paura, instabilità, intransigenza, odio.
In questo scenario sentiamo la responsabilità di stare a fianco della gente senza tanti discorsi, con una vicinanza che si fa attenzione, consolazione, coraggio, che cerca di seminare pace nella semplicità della vita quotidiana. Ieri un gruppo di giovani della migliore università giordana, futuri medici, ingegneri, dentisti, sono venuti a farci visita e a proporre ore di giochi, festa, spensieratezza a sessanta bambini con disabilità.

I bambini erano accompagnati singolarmente da uno studente. Divisi in cinque squadre, si sono cimentati con giochi diversi, dal tiro alla fune ai percorsi ginnici, dai disegni al painting face, alle decorazioni dei muffin. Uno spettacolo di integrazione veramente bello, le mamme gioivano nel vedere i figli felici… A mezzogiorno, bambini, fratelli, mamme, giovani volontari, insegnanti, tutti a pranzo insieme come una grande famiglia!
In seguito, sedute in cerchio con i volontari, abbiamo domandato: cosa vi portate a casa? La risposta iniziale, «tutto bene! Siamo stati felici», nascondeva qualcos’altro...
Pian piano, sono emerse le inquietudini, le paure del tempo presente che dentro a molti rischiano di diventare odio. Anche se loro non vivono direttamente la guerra perché abitano un Paese in pace, nel cuore ospitano un’altra guerra, sotterranea, che lascia il segno, che scava e semina buio. Anche se siamo in pace, siamo in guerra! Ieri ci è apparsa ancora più chiara la nostra missione, essere luogo di incontro tra diversità, luogo di dialogo, di ascolto, di rispetto per costruire insieme una pace quotidiana.
 

Cristiana Capitani
Focus
NP novembre 2025

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