Sotto le stelle

Pubblicato il 02-12-2021

di Marco Grosseti

Il viaggio è stato lungo e faticoso.
Mancavi da una vita e quando arrivi le persone devono guardarti bene per riuscire a riconoscerti dentro uno sguardo o un sorriso.
Sei tu a riconoscere come se lo avessi studiato a memoria il profilo di una montagna, il rumore della pioggia che invade le stradine facendo spuntare cascate e fiumiciattoli in ogni dove, il punto esatto in cui il sole si tuffa nel mare e cambia il colore di ogni cosa che incontra, la spiaggia che fai scorrere e scorrere tra le mani e sotto i piedi, ritrovando la consistenza e la composizione unica della tua sabbia.

Dicono che siamo tutti sopra la stessa barca e dentro la stessa tempesta. Sicuramente ognuno di noi ha la sua casa. Il posto dove non cambia mai niente, dove anche una vita dopo tutto rimane sempre uguale a prima.
Dove tutto sa di magia e sa di pace.
Qualcuno era già qui da anni e qualcuno non è mai andato via. Vite dedicate alla guardia ed alla conservazione di un piccolo paradiso: togliere le erbacce, controllare che l'acqua arrivi a destinazione, piantare un fiore, raccogliere una cartaccia che hanno buttato gli altri. Sembrano piccole cose, sembrano vite sprecate sempre nello stesso posto a fare la stessa cosa, ma senza di loro non ci sarebbe casa, non ci saresti tu.

Chiudi gli occhi e guardi indietro. Per ogni volta che hai perso la strada, mai l'hai ritrovata. Sei arrivato dopo, ma in fondo che importa? Dicono che il viaggio sia più importante della meta, ma non è forse l'ultimo passo e il posto speciale che raggiungi a dare senso a tutti i passi che hai fatto prima e a permetterti finalmente di interrompere le ricerca?
La notte è buio, il cielo è pieno di stelle che brillano e che cadono. Solo il cielo forse è davvero lo stesso per tutti, molto più della barca e anche della tempesta. Il cielo che vede a malapena chi trema in balia delle onde lottando a mani nude contro i mostri e contro gli abissi senza neanche un pezzo di legno a cui aggrapparsi ed una mano tesa in suo soccorso. Il cielo che dimentica chi ha troppe distrazioni e troppe sicurezze e viaggia senza muovere un dito dall'alto della nave che porta il suo nome, piena di stanze per ospiti che non ci sono e di scialuppe di salvataggio che non hanno mai soccorso nessuno.

Il buio è per tutti condizione fondamentale e necessaria per vedere meglio le stelle. Qualcuno non deve neanche fare la fatica di spegnere la luce, di spostarsi lontano dai lampioni e dalle lampadine, dalle luci di sicurezza e dai fanali delle automobili. Che importa essere arrivati dopo, quando ad aspettarti c'erano le stelle? Guardare il cielo ed esprimere un desiderio: ogni arrivo è un nuovo inizio, un altro viaggio che incomincia, pensare che sarà meno lungo e faticoso è solo una piccola speranza.
Ripensi a tutti gli errori che hai fatto mentre prepari l'equipaggiamento e guardi negli occhi i tuoi nuovi compagni di viaggio. Sai che loro proteggeranno te e tu dovrai proteggere loro.
Pensi al momento speciale in cui un giorno ritornerai a casa. Cerchi il buio e guardi le stelle a cui hai affidato il tuo desiderio che continuano a brillare e a cadere. E pensi che in fondo in fondo anche noi siamo un po' come loro. Non potremmo brillare davvero senza essere caduti prima.


Marco Grossetti
NP agosto / settembre

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