Sono tutti cattivi

Pubblicato il 18-12-2018

di Marco Grossetti

di Marco Grossetti - Alla ricerca di un aiuto per uscire fuori dai guai.
Sono tutti cattivi: sono le parole che ripetono i bambini quando sono sopraffatti da un tale senso di solitudine, e sconforto da sentire di avere attorno soltanto male. Tutto il contrario di quello di cui avrebbero bisogno per sentirsi protetti nella loro fragilità e nella loro piccolezza. Sono le stesse parole che tanti grandi hanno nel cuore e che arrivano sulle loro labbra con espressioni generalmente un po' più arrabbiate e minacciose, a manifestare in modo diverso lo stesso senso di impotenza verso la complessità che hanno attorno.

Sono tutti cattivi è un altro modo per dire che nessuno è buono, nessuno è al tuo fianco, dalla tua parte, con te: non c’è nessuna mano tesa a stringere la tua per tirarti fuori dai pasticci.
Sei da solo e ogni piccolo inconveniente diventa un problema gigante a conferma della tua tesi di cattiveria diffusa nel mondo. Lo dice un bambina che dopo aver perso una partita di calcetto, scappa insieme alla pallina, nascondendosi apposta per poter essere ritrovata, lo dice un bambino che sogna di fare il calciatore, ma non riesce a fare più di cinque palleggi: sono tutti cattivi, compresa la palla che cade contro il suo volere, senza avere un minimo di rispetto per i suoi sogni.

I bambini che sentono di essere circondati dal male, generalmente lo vedono circolare tra mamma e papà, lo sentono sulla propria pelle nell’assenza di uno sguardo d’amore che accompagna la loro crescita e le loro piccole conquiste nella vita di ogni giorno, è il loro habitat naturale. La pallina che finisce dentro la loro porta o la palla che cade continuamente dai loro piedi, è solo la goccia che fa traboccare un vaso pieno di solitudine e di tristezza.
Non possono neanche pensare di avere attorno persone buone: se ci fossero, qualcuno farebbe qualcosa per tirarli fuori di lì.

Gli Arsenali si riempiono ogni giorno di grandi e piccini, che arrivano con un carico di fatica grande come il mondo: qualcuno è senza casa, qualcuno è senza lavoro, qualcuno è senza famiglia, quasi tutti sono terribilmente soli. Senza qualcuno su cui poter contare, senza nessuno che si accorga di quanto male hanno dentro.
Ogni giorno, gli Arsenali si riempiono anche di persone che dedicano la loro vita alla felicità degli altri. Sguardi pieni di accoglienza e vuoti di giudizio, cuori che sentono il dolore dell’altro. È un incontro che può far nascere qualcosa di nuovo: quando negli occhi compare una luce che prima non c'era e lo sguardo trova il coraggio di alzarsi senza la paura di incontrare nemici, qualcuno sta facendo pace con la vita.

È qualcosa che succede dentro, quando senti di poter avere un’altra possibilità: non importa cosa è successo prima, hai la speranza e la fiducia di poter uscire fuori da quel brutto casino perché qualcuno è con te. Esistono anche persone buone e sono lì al tuo fianco, a raccogliere la palla che cade da terra, a consolarti quando tutto va male, ad aspettarti quando riesci solo ad andare piano. Non sei ancora fuori dai pasticci, ma puoi aggrapparti a loro e credere che le cose possono andare anche in un altro modo.

Marco Grossetti
FELICIZIA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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