Si riparte

Pubblicato il 02-11-2024

di Luca Jahier

Con l’insediamento del Parlamento europeo la nuova legislatura europea è partita: rieletta presidente con un plebiscito del 90% dei voti validi Roberta Metsola e soprattutto il primo voto di fiducia sulla candidata presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha ottenuto 401 voti a favore, 40 in più della maggioranza richiesta (erano solo 7 nel 2019). Controverso e incerto fino all’ultimo, è stato un vero capolavoro politico, vista la necessità di trovare una formula di convergenza ai limiti dell’impossibile, tra agende molto diverse tra loro. Alla fine, senza i voti delle destre, né quelle sovraniste, reazionarie o decisamente fascistoidi (per rimandare ai tre gruppi politici a destra del ppe, 187 deputati, il 26% dell’aula). Con i voti dei popolari, dei liberali e dei socialisti, cui si sono aggiunti i verdi, non tanto perché non vi è stata una inversione a U sul Green Deal, quanto per un barrage democratico.
Un programma assai ecumenico quello di Ursula. Si va dalla prosperità alla competitività, che guarda a un’applicazione pragmatica dell’agenda verde e a un deciso sostegno delle imprese, con un fondo dedicato. Seguito dalla prio- rità della difesa e della sicurezza, sia guardando al sostegno all’Ucraina, sia a una Unione europea della difesa.

Terzo, l’allargamento, come risposta alla sfida geopolitica, accompagnata da un chiaro impegno per la riforma dei Trattati. Quarto, una Europa sociale e democratica, che rafforzi quanto già avviato in questa legislatura e anche la difesa dello Stato di diritto. Interessanti alcuni spunti di novità, come la ripresa della proposta di Enrico Letta di una vera Unione dei risparmi e degli investimenti, che consenta di indirizzare verso le imprese gli ingentissimi fondi che ogni anno prendono la via degli Stati Uniti; un Commissario europeo per il Mediterraneo, che risponde alla richiesta italiana di ribilanciare una attenzione al Sud; una delega specifica sulla politica della casa, che si faccia carico delle tante fragilità ed esclusioni, che però non è una competenza europea prevista dai Trattati.

Un programma apparentemente di continuità, sulla base di una maggioranza solida e chiara. Ma non è tutto oro ciò che luccica.
Analizzando più nel merito le 30 pagine del programma di von der Leyen, si capisce il capolavoro suo e del gruppo dei popolari: usando lo spauracchio della virata a destra e cavalcando la pesante condanna delle intemerate avventure di Orban, hanno ottenuto il voto dei progressisti su un’agenda che risponde a un asse di priorità che porta il marchio evidente del ppe e accoglie molte istanze delle altre forze conservatrici che si sono rafforzate in tutta Europa.
Peraltro confermando la logica della fortezza sull’immigrazione e senza nessun riferimento a nuovi strumenti di debito comune per finanziare la doppia transizione climatica e digitale e la difesa. Tutto rimandato alla discussione sul prossimo bilancio pluriannuale.

Il bis di Ursula von der Leyen inizia così, con un sospiro di sollievo ma come una sfida tutta da giocare. Ora l’attenzione si sposta sulla designazione dei commissari e sui loro portafogli. Il Parlamento potrà ancora influire e non poco sullo scrutinio non scontato di ciascuno di essi. Nel prossimo collegio 13 commissari saranno del ppe e due dei conservatori e riformisti, i liberali 5 o 6 e i socialisti 3 o 4. Equilibri analoghi a quelli dei governi europei attuali. Insomma, questo voto ci consegna una risposta forte e non scontata dell’Europa al rischio di instabilità, perché sapere costruire coalizioni è una condizione essenziale di democrazie vitali. E qui si è fatto in poche settimane e il messaggio è stato ben compreso anche fuori dai confini europei. Ma ora la strada sarà tutta in salita, per continuare a cambiare questa Europa, verso la sostenibilità, la resilienza, una maggiore inclusività e coesione, una politica migratoria più umana e soprattutto per far prevalere la diplomazia sulle armi e dare corpo alla storica vocazione europea per la pace.
 

Luca Jahier
NP agosto / settembre 2024

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