Sergio Caputo - Jeff Black - Isaac Gracie

Pubblicato il 23-10-2020

di Gianni Giletti

Sergio Caputo – Mercy bocù
Erede naturale di Fred Buscaglione, con quei testi sghembi, che non capisci se ti sta prendendo in giro o se parla sul serio. Negli anni è diventato un jazzman sul serio, uno scrittore, ogni tanto si esibisce e non sai mai cosa tirerà fuori. Sempre piacevole da ascoltare. Cito solo la fine di questa canzone: «Un’orchestra di gatti sta provando l’ouverture, la mia stella da spettacolo lassù». Matto eh?



Jeff Black - Folklore
Come avrete capito sono onnivoro, da una vita ascolto di tutto! ma dopo un numero considerevole di anni ho recuperato il fascino della semplicità del solo “chitarra/voce”. Perchè non hai scuse, mezzi tecnologici, suoni campionati, ballerine, video, luci e tutte le porcherie che allietano la musica di oggi per esprimerti. Lì sei tu, stop. Niente di più, niente di meno. Essential.




Isaac Gracie – You only live once
Tu viaggi nella notte buia e tempestosa (soprattutto di questi tempi), non vedi un accidente e ad un certo punto, ecco, una luce in lontananza, che brilla – tu lo sai per certo – solo per te. E d’improvviso, la notte non è più tanto tempestosa e nemmeno tanto buia e ti scopri a sorridere, senza sapere bene perché. Ecco l’impressione che mi ha fatto stasera questo brano, cantato da uno naturalmente sconosciuto, di cui avevo appena scartato altri tre brani. Davvero la musica è così: fa finta di niente e poi zac!, ti colpisce, peggio di Cupido. Love.


Gianno Giletti
NP agosto / settembre 2020

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