Sale e lievito

Pubblicato il 12-05-2019

di grazia

Rosanna Tabasso - QUELLO CHE CONTAdi Rosanna Tabasso - Il cuore racchiude la bellezza di ogni stagione della vita, qualcosa di prezioso che resta oltre il tempo che passa, qualcosa che ci accompagna, da sempre a sempre. Non si è bambini per tutta la vita, ma la purezza, lo stupore dell’infanzia possono accompagnarci sempre, possono diventare una scelta e un valore da vivere. E così la responsabilità, la maturità dell’adulto, la saggezza dell’anziano si uniscono alla sincerità, all’intraprendenza, all’indomabilità della giovinezza. Si può crescere, diventare adulti e persino anziani mantenendo nel cuore queste caratteristiche della giovinezza, anzi ricercandole e coltivandole. Tutti vogliamo viverle, anche se gli anni passano, perché sono la bellezza di una stagione della nostra vita che non ci lascerà mai.

Lo Spirito ci rende giovani per sempre, al di là del passare degli anni, dell’età, delle forze fisiche. Imprime nel cuore la bellezza legata a questa stagione della vita. A volte incontriamo persone adulte e anche anziane che sono giovani nel loro modo di affrontare la vita. Non scimmiottano i giovani nel modo di atteggiarsi o di vestirsi, non nascondono i loro anni cercando di sembrare eterni ragazzini. Il loro cuore vibra come quello di un giovane, sincero, pieno di voglia di vivere, pronto ad affrontare ogni situazione con entusiasmo per ciò che è nuovo, pronto ad andare, senza se e senza ma.
Il cuore abitato da Dio non invecchia, è sempre giovane, è sempre nuovo perché Dio è creazione continua, è novità continua e chi gli lascia spazio si rinnova continuamente. Una pagina della Regola del Sì è “Con il cuore sincero dei giovani”. Mi piace rileggerla pensando a me e a tanti di noi che non sono più giovani di età, perché interiormente possiamo continuare a vivere le caratteristiche dei giovani: l’entusiasmo, la sincerità, la volontà di non arrendersi al male, di pensare che qualcosa sia impossibile a chi si affida a Dio, l’indomabilità, la capacità di rischiare, di inventare, di aiutare, di amare…
C’è bisogno che uniamo le forze, i giovani di età e noi adulti e anziani che vorremmo restare giovani di cuore, perché solo insieme possiamo affrontare il nostro tempo e non lasciarci schiacciare. Insieme, in un patto tra generazioni, dove ognuno condivide tutto se stesso: forza fi sica, passione, esperienza, spiritualità, e insieme ci si completa, ci si sostiene, ci si custodisce a vicenda.

Bambini dell'Arsenale della piazza in marcia con Ernesto OliveroAndiamo insieme verso altri giovani che il mondo giudica persi “per aiutarli a ritrovare Dio e il senso della vita”, per aiutarli a capire che “la terra è di Dio e noi tutti possiamo vivere da fratelli”. Sono giovani feriti dalla violenza del mondo, schiacciati sotto il peso di una vita non a misura d’uomo. Sono giovani soli, bisognosi di relazioni autentiche. Sono giovani senza radici, senza prospettive, senza futuro. Non lo sanno, ma sono smarriti come naufraghi in un oceano. Andiamo verso di loro per “riportarli a casa”, riportarli al senso della vita, all’amicizia, alla fraternità, a Dio. Loro sono la nostra priorità. Li cerchiamo, li aspettiamo per accoglierli a braccia aperte e fare un pezzetto di strada insieme. Non sempre vediamo a cosa serve il nostro fare, non sempre ci accettano, ma l’amore offerto, il bene trasmesso lo affidiamo allo Spirito Santo. È Lui che lo trasmette e al momento favorevole può farlo fiorire nelle giovani vite che sfioriamo appena con una parola, una carezza, un gesto d’amore, una proposta.

I giovani “possono essere il sale, il lievito, gli scopritori delle novità dello Spirito” ma non perché hanno pochi anni e non da soli. Sono la novità se incontrano Dio, se legano la loro vita alla sua, se camminano con Lui. Del giovane Gesù il Vangelo dice: «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui» (Lc 2,40). Ecco dove aveva radici la forza di cambiamento che Gesù ha impresso alla vita di ogni persona e alla storia. Il suo essere con il Padre più tardi gli farà dire, citando il profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore (Lc 4, 18-19). Un nuovo anno ci aspetta, andiamo con il cuore sincero del giovane Gesù.

Rosanna Tabasso
QUELLO CHE CONTA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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