Quei “matti” di Piscina e Cumiana

Pubblicato il 28-09-2024

di Redazione Sermig

Piazza Carlo Felice, Torino, 1974, la mostra La guerra dipende da noiRinaldo, un “pilastro” del Sermig, a fine 1973 ricevette una lettera di Ernesto Olivero che aveva saputo di un bel gruppo battagliero di Piscina (TO), capace di contestare senza staccarsi dalla Chiesa (eravamo nel solco del ’68). Conteneva un invito a conoscersi. La spinta ad accettare venne dal suo carissimo amico Carlo.

Combinarono un incontro in viale Thovez, a Torino, allora sede del Sermig. Ernesto arrivò accompagnato da due amici, Lidia e Lino. Quelli di Piscina (e di Cumiana che nel frattempo si erano aggregati) all’inizio non erano desiderosi di “allargarsi”. Avevano già tante cose in campo per compiere la loro “rivoluzione”. Carlo fece presente che, invece, era bene aprirsi. Fu l’inizio di una partecipazione – che dura fino a oggi – con l’impronta di uno stile laico, non clericale.
Il 4 marzo 1974 muore Carlo in un incidente d’auto tornando da una riunione a Piscina. Un grande dolore alleviato dall’amicizia con Ernesto. Passato quel momento il rapporto col Sermig si consolida. I “matti” di Piscina e Cumiana portano nuova linfa.

Dopo due recital, Un Natale così per denunciare il consumismo e La pace dipende da noi (ritmato dal tapum, tapum, tapum del canto della Prima guerra mondiale), si realizzano tre mostre itineranti allestite nelle piazze: La guerra dipende da noi (1974) – inizialmente intitolata Satory, città vicino a Parigi dove si teneva un’esposizione biennale di armamenti –, I motivi che impediscono la riconciliazione (settembre 1975), Denunciamo la violenza perché vogliamo la pace (novembre 1975).
La mostra itinerante del 1974 fu presentata come prima tappa in piazza Carlo Felice a Torino davanti alla stazione ferroviaria. Il cardinale Michele Pellegrino, allora arcivescovo di Torino, fu uno dei primi visitatori, lesse con attenzione ogni cartellone e manifestò le sue positive impressioni.

Il cardinale Pellegrino, arcivescovo di Torino, visita la mostraUn servizio di Rai3 del 1976 sul Sermig evidenziò le nostre motivazioni: il Terzo Mondo esiste perché una grossa fetta di risorse viene immobilizzata in armamenti. Da anni facciamo un lavoro di sensibilizzazione per combattere la fame e il mercato delle armi. Continuiamo ad aiutare i missionari in prima linea, ispirandoci al profeta Isaia: «Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra».

Il tema della pace e dello sviluppo ha ispirato le mostre successive: Un solo mondo nella pace, La pace conviene, La pace vincerà se dialoghiamo, Pace 2000, Riciclare: primo gradino dello sviluppo...
Insieme ai ciclostilati, al volantinaggio, agli articoli sui giornali, le mostre, sostenute da una costante presenza nelle piazze, sono state i nostri strumenti di quegli anni. Una preparazione per utilizzare in seguito altre forme di comunicazione tra cui i libri, la rivista Progetto, i momenti di confronto e approfondimento dell’ Università del dialogo, i canali social…


A cura della Redazione
NP giugno / luglio 2024

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