Qualcosa è cambiato
Pubblicato il 20-10-2020
Guardate il cielo. Osservate il firmamento nel tardo pomeriggio, prima del tramonto. Sdraiati, naso all’insù, lasciate che il vostro sguardo si perda nell’azzurro infinito che lentamente si tinge di rosa per cedere il passo all’imbrunire e alla luna che si affaccia all’orizzonte. Molte volte, in questa particolare estate, dalla piccola terrazza di casa affacciata sul mar Ligure, ho osservato questo affascinante cambio di scena celeste in silenzio. Mentre la mente inseguiva pensieri lontani. Spazi sconosciuti, spazi senza fine, spazi trasparenti, luoghi estranei alla frenesia dell’umanità ben ancorata sulla terra ed impossibilitata a viverli ed abitarli se non semplicemente con gli occhi, con lo sguardo, con il pensiero.
Ma esiste una dimensione intermedia, fugace e veloce come una nuvola, momenti in cui siamo fisicamente sospesi tra cielo e terra, rinchiusi in carlinghe luccicanti e pressurizzate, solchiamo i cieli a 10.000 metri di quota senza neanche pensare troppo al miracolo del volo cui la tecnologia ormai ci ha abituati. Ma da terra, dalla terrazza all’imbrunire, i grandi aerei colmi di passeggeri distratti e unicamente ansiosi di giungere al più presto a destinazione, non passano inosservati; con le loro lunghe scie bianche di vapore acqueo rilasciate dalle turbine, tessono una ragnatela che per alcuni attimi sembra imbrigliare l’intero firmamento. In quell’area particolare decine e decine di rotte si intersecano, si tagliano, si sovrappongono disegnando in cielo la frenesia degli uomini… ma è per poco, presto l’universo riconquista il sapore dell’eterno inviolato in attesa di nuove tracce di umanità spensierata. Ma quest’anno no, qualcosa in questi ultimi mesi di normalità apparente è profondamente cambiato, qualcosa che dovrebbe far riflettere.
Sera dopo sera, tramonto dopo tramonto, sul terrazzo con il naso all’insù, nessuna scia taglia l’azzurro, nessuna orditura, nessun segno di umana fattura… solo un infinito universo pulito, qualche nuvola, la luna e poi le stelle. Anche se facciamo finta di nulla, nell’indifferenza e spesso nell’arroganza, nel dilagante disprezzo delle regole dettate dall’emergenza globale e nella pericolosa convinzione di molti che tutto sia come prima, il mondo, in silenzio, è cambiato. Ma nel periodo vacanziero, dopo il lungo e pesante lock-down, non ci pare tuttavia così diverso. In qualche modo abbiamo riconquistato una nostra normalità, i nostri piccoli vizi, le nostre collaudate abitudini e ci impegniamo al massimo per mantenerli inalterati, sprezzanti come sempre di divieti e totalmente indifferenti nell’osservanza di comportamenti volti al bene della comunità… Ma se ti fermi e guardi il cielo, ti accorgi che qualcosa è veramente cambiato.
Michelangelo Dotta
NP agosto-settembre 2020