Piccoli gesti crescono
Pubblicato il 11-04-2025
Sono briciole, ma di umanità. Sono le tracce di chi ci ha fatto crescere, amare, pregare, sorridere alla vita. E ci sono anche ora. Cerco tracce molto spesso nelle aurore incerte, nei centri commerciali, nei quartieri e nei paesi.
E le trovo. Sono quelle dei sorrisi dei giovani che attraversano la strada per andare a scuola. A volte scherzano, sia pure intontiti dal sonno, e l’altro giorno uno di loro ha lasciato il posto a un adulto stanco. Chapeau! Sono quelle di coloro (pochi!) che, al supermercato, cedono il passo a chi ha solo un litro di latte in mano. O quelle di coloro che in strada non pigiano il clacson a ogni impercettibile rallentamento o mettono le frecce alle auto come gli ultimi dei mohicani. Così si fa! Sono i piccoli gesti di chi, negli ambulatori degli introvabili medici, sa ancora accendere gli occhi di speranza anche se, magari, nasconde preoccupazione per le analisi oppure i medici stessi che non pretendono tariffe incredibili come 500 euro per visite specialistiche, ma molto meno: ce ne sono. Che bello il passo dell’umanità che riprende ritmo! Forse, le crudeltà incomprensibili in Ucraina e Terrasanta, la cronacasempre più violenta, gli egoismi vergognosi di un piccolo gruppo di miliardari, le sconfitte della vita “sliricano” i sentimenti anche del più incallito ottimista.
Però, la spinta dei cuori intelligenti resiste. Al bar c’è chi lascia il “caffè sospeso” o nei mercati “la spesa sospesa”. Ci sono multinazionali e marchi di grido che riempiono i furgoni di Caritas parrocchiali o gruppi di volontari; donne e uomini che pagano di tasca loro la solidarietà con chi ha di meno. Lo fanno per sentirsi bene e respirare forte quella folata d’umanità che, nella storia, ha fatto palpitare il cuore di tutti (o quasi) nel vedere gli annegati nel mar Mediterraneo, i bambini affamati o, peggio, feriti e uccisi, in coda per la vita. Ci sono persone che portano i malati a fare le terapie o li assistono per sconfiggere paura e solitudine. Ci sono! Ve lo dice uno che ha fatto la cronaca delle più grandi tragedie di casa nostra, degli omicidi, delle cattiverie ma ha capito che il cuore della gente non s’è indurito: perché in molti quartieri ci sono inconsapevoli sentinelle che soccorrono o segnalano dolori e gruppi d’assistenza che, da quando hanno visto la sanità pubblica in crisi, costruiscono “reti” di soccorso, poliambulatori di solidarietà. Alzando lo sguardo persino gli ayatollah dell’Iran hanno avuto qualche sussulto liberando (per poco) la donna che difende i diritti; prima o poi anche in Ucraina e a Gaza si apriranno spazi di speranza nei cuori avvelenati da milioni di morti e feriti. L’umanità sta lì ed è la prova dell’inguaribile voglia di seminare il bene e qualche seme di speranza, magari anche con piccoli gesti d’ogni giorno.
NP Gennaio '25
Gian Mario Ricciardi