Per una vita migliore

Pubblicato il 19-04-2022

di Chiara Genisio

La commissione istituita con decreto ministeriale del 13 settembre 2021 e presieduta da Marco Ruotolo, ordinario di Diritto costituzionale nell'Università Roma Tre, con il compito di individuare possibili interventi concreti per migliorare la qualità della vita all'interno degli istituti penitenziari, affinché sia sempre più conforme ai principi costituzionali e agli standard internazionali, ha terminato il suo lavoro. Pochi giorni prima di Natale ha consegnato un corposo documento nelle mani della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che ha assicurato: «Valutarla sarà la mia priorità da gennaio». Scorrendo il testo emerge che la Commissione ha individuato diverse linee guida.

Otto gli ambiti di formazione proposti. Si va dalla formazione in materia di gestione degli agiti violenti, mirata all'approfondimento dei meccanismi che si trovano all'origine della violenza, sia verso l'ambiente sia verso sé stessi, con l'obiettivo di incidere su tre livelli: organizzazione, operatori e detenuti. Interventi sulla formazione in materia di gestione degli eventi critici e resilienza – organizzativa e individuale – anche in relazione alla risposta di tutto il personale dell'esecuzione penale. Poi la formazione in materia di salute mentale anche in riferimento alla gestione dei suicidi e delle azioni lesive o autolesive. La Commissione propone azioni di formazione nei vari ambiti che riguardano l'intero mondo carcerario. Si va dalla formazione interistituzionale, integrata e congiunta – tra amministrazioni penitenziaria e sanitaria – anche al fine di contrastare la sindrome da burnout e per un significativo miglioramento del benessere organizzativo sostenendo processi di trasformazione operativa.
Ancora formazione in materia di giustizia restaurativa, che deve volgere lo sguardo all'intero sistema di esecuzione penale – intramuraria ed extramuraria – riguardando le modalità di organizzazione e gestione dell'intervento nelle strutture detentive nonché il lavoro con le comunità territoriali.

Si evidenzia poi la necessità di una formazione funzionale a una buona organizzazione attraverso la promozione di una cultura che favorisca la mediazione. Formazione in materia di “specializzazione nel trattamento dei detenuti minorenni”, in attuazione di un Accordo quadro in materia. Viene quindi individuata una formazione rivolta a sostenere i processi riorganizzativi dell'esecuzione penale esterna, valorizzando il lavoro con i servizi e le risorse delle comunità territoriali, anche nella prospettiva di un'effettiva realizzazione degli obiettivi perseguiti dalla recente riforma della giustizia. Formazione poi in materia di tutela delle identità, che anche in riferimento ai processi di gestione operativa, approfondisca il tema delle diverse identità presenti nel settore dell'esecuzione penale.


Chiara Genisio
NP gennaio 2022

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