Partigiano e santo

Pubblicato il 04-02-2021

di Renzo Agasso

Dopo Teresio Olivelli, un altro partigiano beato? Nel 2019 è stata avviata la causa di Aldo Gastaldi, nome di battaglia "Bisagno", come il torrente che attraversa la sua città, Genova. È morto a 23 anni, pochi giorni dopo la liberazione dal nazifascismo, cui aveva convintamente contribuito. Non gli è stato concesso di vedere la pace, lungamente e ardentemente sognata.

Classe 1921, Aldo Gastaldi amava camminare e giocare a rugby. Lasciata l’università per arruolarsi, dopo l’8 settembre è salito in montagna, creando la divisione partigiana “Cichero”. Lo descrive Giampaolo Pansa: «Generoso, altruista, consapevole dei doveri che spettano a chi guida un reparto di ribelli. A differenza di molti giovani che si dichiaravano comunisti, lui non aveva una fede politica precisa. Ma era un cattolico convinto e di grande rigore. Cercava di vivere secondo un codice dai canoni imperativi: l’onestà personale, la moralità privata, la castità, il rifiuto della menzogna, a comin- ciare da quella insita nell’ideologia comunista che si riteneva superiore a tutte le altre».

Rischiava la vita per andare a messa, nascosto tra i fedeli. Combatteva per la libertà d’Italia, non per un partito, un gruppo, un clan. Esigeva il rispetto del nemico. Ancora Pansa: «Bisagno amava come fratelli i ragazzi che stavano in banda con lui. Li difendeva sempre. Era il primo ad affrontare il pericolo e l’ultimo a ritirarsi. Ma ai suoi partigiani chiedeva di combattere in modo pulito, senza crudeltà. L’unico suo difetto era di essere schietto sino all’ingenuità».

Partigiano e santo, parrebbe una contraddizione in termini. Non per Bisagno, che ordinava ai suoi di non sparare prima di lui, e lui non sparava mai sui nemici: «Anche loro hanno una mamma a casa che li aspetta». Scrisse in una lettera: «Non trovai nessuno sulla terra che potesse darmi né tranquillità né giustizia. Trovai l’una e l’altra in Dio. Con lui ero arrivato persino a constatare che la gloria terrena è molto effimera e passeggera, la gloria di Dio è eterna».
Alla fine della guerra non poteva che opporsi alle vendette, ai regolamenti di conti dei vincitori sui vinti. Sangue chiama sangue, e quanto ne scorse in quel tempo feroce.

Ma Aldo Gastaldi morì presto, in un incidente inspiegabile, cadendo da un camion partigiano in corsa. Ucciso da altri partigiani, che ne temevano l’autorevolezza, la forza, la guida morale? Non si saprà mai. Ciò che si sa è che Bisagno è in viaggio verso la santità.


Renzo Agasso
NP dicembre 2020

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