Osservare

Pubblicato il 14-10-2024

di Roberto Cristaudo

Se c’è una cosa che funziona bene come rifugio alla vita, insieme a poche altre cose, quella è sicuramente passare qualche ora al mare ogni tanto. Non dico di avere una casa al mare per andarci il fine settimana, quella è un’altra cosa e funziona meno bene. Nemmeno abitare al mare, ma proprio andarci ogni tanto, dopo la scarsità di non esserci potuti andare per un certo periodo.
Se poi vi è capitato di fare un bagno all’alba, prima che il mondo si risvegli, allora sapete di cosa sto parlando. Ecco una cosa simile, un altro rifugio per l’anima è osservare i bambini.
Voglio dire non solo i figli, ma proprio i bambini che abitano il mondo.

Ora vorrei soffermarmi sul verbo osservare che significa guardare con attenzione, esaminare scrutare. Deriva dal latino ob-servare ovvero custodire.
Uno sguardo con la possibilità di custodire, a me pare una cosa bella. Se poi impari a guardare i bambini con una certa attenzione, con la pulizia dello sguardo, allora provi un senso di restituzione dello sguardo.
Ti accorgi che c’è qualcosa che arriva da lontano. È una sensazione simile a quella che puoi sperimentare guardando le stelle nel deserto.
L’ho provata e vi assicuro che è da capogiro. Ricapitolando: il mare, le stelle, i bambini.

Credo di non sbagliarmi troppo se azzardo che la vertigine derivi dal fatto che sono tre cose dalle quali tutti arriviamo.
Luoghi di intatta sublime bellezza. Voi osservate loro e loro osservano voi e, in quello spazio tra voi e loro, c’è energia, vibrazioni positive, azzarderei la parola “amore”.
Potete fare questa cosa mille volte e comunque vi sembrerà sempre la prima volta.
È un esercizio che andrebbe prescritto agli adulti: «Quando le sembrerà che non ci sia più una soluzione, lei osservi un bambino, le stelle o il mare».
È un modo per raschiare via le incrostazioni, la ruggine, pulire il cuore, recuperare l’originale.
È provare a vedere di nuovo, con uno sguardo vergine, è da capogiro, l’ho già detto.

Un consiglio: sarebbe meglio poter guardare tutto da più vicino possibile. Il mare nuotandoci dentro, i bambini direttamente negli occhi. Mi rendo conto che con le stelle diventa più complicato, a meno che non sei nel deserto e lì davvero anche le stelle sembrano più vicine.


Roberto Cristaudo
NP giugno / luglio 2024

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