Olimpiadi dell'equità

Pubblicato il 29-10-2021

di Sandro Calvani

I rapporti e le classifiche mondiali per stabilire quale Paese eccelle più di altri usano ormai migliaia di criteri e di comparazioni, tanto che nemmeno il Guinness Book of Records riesce ad elencarli tutti. Il PNL (Prodotto Nazionale Lordo) permise la prima classifica delle ricchezze nazionali pro-capite, al quale gli economisti oggi preferiscono il PPP (Parità di potere d'acquisto).

I sociologi dello sviluppo preferiscono l'indice BLI (Better Life Index) di miglior qualità della vita, che fu creato dall'OECD di Parigi. E all'inizio del terzo decennio del terzo millennio sono ricercatissimi gli indici di miglior qualità dell'ambiente e della salute, quelli della democrazia, della partecipazione e della felicità.

Anche se fu il peso dell'economia a creare il famoso G7, gruppo delle sette maggiori economie del mondo, poi seguito dal gruppo delle venti potenze economiche più grandi (G20), oggi la necessaria transizione ecologica e socio-economica spinge i più a valutare soprattutto l'equità, la maggior uguaglianza di opportunità; infatti si è finalmente compreso che serve a poco essere la seconda o terza maggior economia al mondo (USA e Cina) se poi al proprio interno crescono le disuguaglianze di opportunità. Il 2020 e 2021, gli anni della pandemia, hanno creato un terremoto anche nelle classifiche di qualità dei Paesi e il US News and World Report ha prodotto un nuovo super-indice, che mette insieme tutti i criteri di qualità, per fare una classifica dei Paesi dove è meglio vivere. In generale l'Italia ha perso parecchie posizioni nelle classifiche, mentre molte posizioni in alta classifica sono state conquistate da Paesi asiatici.


Sandro Calvani
NP giugno / luglio 2021

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