Obiettivo 6: acqua pulita e servizi igienico sanitari

Pubblicato il 07-11-2021

di Valentina Turinetto

Il sesto obiettivo dell'Agenda 2030 sottolinea come l'acqua potabile e i servizi igienici di base siano un diritto umano fondamentale. Tra i traguardi che l'Agenda si prefigge di raggiungere si trovano l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, il miglioramento della qualità dell'acqua, la riduzione dell'inquinamento idrico e la garanzia degli approvvigionamenti e le forniture sostenibili di acqua potabile.

Se è vero che negli ultimi decenni ci sono stati progressi significativi in termini di persone che hanno accesso a fonti di acqua potabile, i dati presentati dall'ONU evidenziano delle necessità importanti che richiedono interventi mirati: quasi 2 miliardi di persone utilizzano fonti di acqua potabile contaminate; oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici di base come WC o latrine; ogni giorno, circa mille bambini muoiono a causa di malattie diarroiche prevenibili legate all'acqua e all'igiene.

La ricerca di soluzioni che possano aiutare tutti a vivere meglio è da sempre stata a cuore del Sermig; Giorgio Ceragioli, docente alla facoltà di Architettura di Torino, fu un maestro fondamentale: le sue riflessioni hanno spinto a cercare soluzioni per favorire la sviluppo, incoraggiando l'incontro tra nuove e vecchie tecnologie, soluzioni nuove usando il computer e la bicicletta. Negli anni, il gruppo Re.Te. (Restituzione Tecnologica) ha ideato progetti per garantire l'utilizzo di acqua pulita e favorire la raccolta di acqua in diverse aree povere del mondo. Un primo esempio riguarda un sistema di potabilizzazione dell'acqua: grazie a un sistema ad osmosi inversa è possibile depurare l'acqua da metalli pesanti, dannosi per la salute dell'uomo; in una scuola del Bangladesh, i bambini ogni giorno potranno ricevere una bottiglietta di acqua depurata dall'arsenico, presente in elevante quantità in quella regione. Un gruppo di giovani sta studiando la possibilità di condensare l'acqua presente nell'aria, mediante un deumidificatore modificato, funzionante con pannelli solari; l'obiettivo è di fornire una fonte di acqua in quei Paesi caratterizzati da forte siccità, come la Giordania. In Guinea Bissau si stanno studiando delle pompe solari, senza batteria, che permettano la raccolta di acqua in grandi serbatoi, sempre pensando a sistemi semplici, a basso costo e controllabili in remoto. Infine, per avere a disposizione una soluzione di ipoclorito di sodio, è stato realizzato un cloratore: partendo da acqua e sale da cucina e con l'utilizzo di energia fotovoltaica, è stata messa a punto la produzione di ipoclorito di sodio a basso costo, con un sistema semplice e poco ingombrante; 150 cloratori sono stati distribuiti in Camerun, Tanzania, Congo, Guinea Bissau, Senegal, Nepal. L'ipoclorito di sodio a varie diluizioni è un sistema fondamentale per la potabilizzazione dell'acqua, la disinfezione di superfici o il lavaggio di frutta e ortaggi, prevenendo malattie molto frequenti in Paesi in via di sviluppo, come la diarrea. Oltre alle buone abitudini quotidiane, fondamentali per preservare il prezioso oro blu, possiamo sempre pensare di mettere i campo le nostre conoscenze e competenze e con creatività portare un contributo di bene e sviluppo, dove c'è più bisogno!


Valentina Turinetto
NP giugno/luglio 2021

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