NoisyVision: insieme «oltre il muro»

Pubblicato il 08-12-2020

di Chiara Vitali

Ipovisione, ipoacusia, retinite pigmentosa, sindrome di Usher, sindro­me di Stargardt: l’associazione NoisyVision vuole spiegare queste paro­le. Non lo fa con tanti discorsi: sono le vite che parlano. Sul suo sito, tanti raccontano la propria situazione di disabilità visiva o uditiva. «All’im­provviso non posso più guidare l’auto, la bici e il muletto. Perdo il lavoro» scrive uno di loro, nel racconto della sua convivenza con la sindrome di Usher, una malattia generica rara che causa sordocecità «Preso coscienza della situazione, ho dovuto fare una scelta: iniziare una nuova vita». Un viaggio di consapevolezza: «Avete mai guardato la cosa da un’altra prospet­tiva? Avete mai spiato dietro il muro degli impedimenti? Ecco, se riuscite a sbirciare dietro quel muro, lo avrete praticamente scavalcato». È così per tanti che si raccontano: la disabilità diviene una scoperta, faticosa e arric­chente. E per tanti, i limiti diventano valori, opportunità. «Posso smettere di vedere ma sono intelligente abbastanza per guardare» scrive un’altra te­stimone. È proprio la volontà di far vedere il potenziale creativo ed espres­sivo della disabilità a guidare NoisyVision, che punta alla formazione di una rete internazionale di persone, associazioni ed enti che vogliano re­stituire le proprie risorse e professionalità per rendere ambienti e servizi più accessibili. #Yellowtheworld è l’ultima campagna lanciata dall’associa­zione, che incentiva l’utilizzo del giallo per evidenziare ostacoli e gradini: è il colore più riconoscibile dalle persone con disabilità visive e facilita la loro mobilità. In una mappa, NoisyVision ha raccolto gli esempi positivi individuati nel mondo.

Tante le iniziative dell’associazione. Tra queste, i Passi Gialli: camminate inclusive ed accessibili, che coinvolgono persone con disabilità sensoriali e non. Ad esempio: due giorni a Torino tra musei e artigianato, quattro gior­ni lungo la via di transumanza con gli asini, una settimana sul cammino degli Dei. Sentieri di fiducia e conoscenza, in cui ci si guida reciprocamente ad affinare i sensi. Una partecipante, dopo alcuni giorni di cammino con persone non vedenti, scrive: «In un momento storico in cui ciò che conta è l’apparire, è bello poter vivere un’esperienza che esclude totalmente questa forma di comunicazione». E lascia tanto spazio ad altro.

 

Chiara Vitali
NP ottobre 2020

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok