Noi e l’Africa

Pubblicato il 18-05-2025

di Gianfranco Cattai

A un anno dall’avvio del Piano Mattei da parte del Governo Italiano Mario Giro, della Comunità di Sant’Egidio e già Sottosegretario agli Esteri e Vice-ministro degli Esteri, presenta la pubblicazione Piano Mattei: come l’Italia torna in Africa. Un testo che merita di essere letto: riportando i contributi di vari autori il tentativo è quello di capire come l’Italia possa diventare un vero partner per le sfide che i molti Paesi africani stanno affrontando. A partire dai flussi migratori e dai mutamenti indotti dalla deglobalizzazione e dalle guerre in corso, dal neocolonialismo cinese e russo e dalla persistente ruberia esercitata dalle multinazionali, l’Africa è alla ricerca di un’autonomia che le permetta di fare le proprie scelte in maniera indipendente.

Alla conferenza di presentazione della pubblicazione sono emersi dai relatori invitati vari aspetti che il volume fa emergere. Per esempio l’accento sui profondi cambiamenti in essere nei Paesi africani come d’altronde in Italia e in Europa, come per esempio, l’invecchiamento della popolazione e l’inverno demografico. La visione dei giovani africani e la loro dinamicità che ovviamente non viene tenuta in conto da chi continua ad applicare stereotipi del passato. Tener conto di cosa l’Africa ha dato al mondo.

Purtroppo bisogna ammettere che il giornalismo italiano è alquanto debole nel seguire i fatti africani. Non bisogna dimenticare la presenza gratuita e paritaria, non assistenziale, di molti soggetti non profit italiani. Il piano Mattei, che porta il nome di un grande ispiratore del partenariato economico tra Italia e alcuni Paesi del Mediterraneo, intende coinvolgere soprattutto piccole e medie imprese italiane. Insomma l’Italia è alla ricerca di un nuovo protagonismo. Volentieri ricordo in tal senso l’impegno di Giovanni Bersani, parlamentare italiano ed europeo, per il ponte costruito a suo tempo all’interno dell’Unione Europea con i Paesi dell’Africa, del Caraibi e del Pacifico, la cosiddetta Convenzione di Lomè. Quindi l’invito è quello di informarci perché noi, italiani e europei, e l’Africa siamo legati da un futuro comune che va costruito con creatività, rispetto, ascolto, dialogo, interessi reciproci. Impegnandoci a contenere per quanto possibile i venditori di paura, dai livelli istituzionali ai livelli associativi, e ovviamente i mass media.


Gianfranco Cattai
NP febbraio 2025

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