Nel cuore di ciascuno
Pubblicato il 05-05-2023
# Caro Ernesto, ieri ho avuto una emozione così grande che al ritorno ho dormito tutto il pomeriggio. Mai successo. Mi sono chiesta perché.
Perché ero stata dal Papa? No! L’emozione era vedere due persone anziane, che hanno dato tutta la vita a Gesù con lo stesso amore per i piccoli poveri, incontrarsi finalmente e finalmente riconoscersi. L’emozione era avere assistito a una giornata dove il regista e il protagonista assoluto è stato lo Spirito Santo: che ha voluto proprio il giorno di ieri, e non prima né dopo, per far nascere una relazione tra due persone con lo stesso sogno.
L’emozione era la certezza che addirittura quest’incontro oggi aiutasse il Papa, in un momento ancora una volta difficile, segnato da scandali che lo toccano da vicino. Ernesto è arrivato proprio ora a dargli una mano e anche una speranza.
Basta? No, non basta. L’emozione era aver visto 325 persone belle, pulite, piene di fede buona, tutte insieme in una volta sola. 325 persone che amano il Signore con tutto il cuore, l’anima e le forze come dice lo Shemà: parole che gli ebrei traducono: amare il Signore senza secondi fini. Se non Lui stesso. Ecco, ieri ho visto 325 persone che veramente amano il Signore così. Ed erano tutti amici miei! Per forza l’emozione mi ha travolto. Flaminia
# Un mattino davvero consolatorio e di grandi aperture per il futuro. Ma per arrivare a questo incontro, bisogna tener conto dei 60 anni di storia del Sermig con tutte le pene e tribolazioni. Ho visto i volti di chi non c’è più, ma che è stato fondamentale. Di Maria che con Ernesto ha avviato la camminata. Ho pensato a dom Luciano che nel 1991 aveva fatto esattamente come ha fatto il papa al termine dell’udienza. Alla fine di una messa in una chiesa di San Paolo dove era stato tempi addietro vescovo, si era messo in piedi alla balaustra e una coda di centinaia di fedeli andava da lui per dirgli brevemente le proprie pene, invocare una preghiera, dare un saluto. Anche noi, popolo vario del Sermig, colorato, generazionale, diversamente impegnato, diverso per censo, diverso in salute, in più di 300, alle fine dell’incontro siamo andati da Francesco ripercorrendo inconsciamente lo stesso copione di “grande gioioso sovvertimento interiore”.
Terminato l’incontro, accanto a me, Lorenzo ventenne, non sta più nella pelle. Continua a ringraziarmi, come se l’emozione grande avesse smosso la profondità dell’anima. Lorenzo è uno della dozzina di giovani che sono venuti a Roma collegati all’esperienza del Villaggio- Globale di Cumiana di quest’anno con le tante spedizioni verso i poveri dell’Ucraina. Un’esperienza che in loro ha fatto esplodere in modo concreto e operativo, a differenza di come va il mondo, la pace. La storia del Sermig, tra tanti giovani, continua intessuta di fatiche, pene e anche tanti squarci di paradiso. Rinaldo
# Ci siamo conosciuti anni fa ad Assisi, mentre dirigevo il coro di “Giovani verso Assisi”. Adesso accogliere te, Ernesto, i confratelli presbiteri e tanti ragazzi a San Pietro è una grande gioia. Il Signore mi ha affidato un “coro” più grande da dirigere ma è sempre armonia di parti da mettere insieme e lo Spirito che fa vibrare le corde di ogni cuore. Frate Agnello
# Il Sermig è quel piccolo seme di cui ha parlato il Papa. Ha trovato terreno fertile, è stato curato e coltivato con la preghiera e tanti sì. Ora è diventato albero che fa ombra e dà ristoro. È il sogno di Dio che si realizza. Roberto
# Ore indimenticabili, un dono immenso, una gioia indescrivibile per l’emozione di vedere i giovani sacerdoti degli Arsenali celebrare la messa sotto la cupola di San Pietro. Non per il luogo, ma per la fede che si toccava con mano. Anna
# All’inizio dell’udienza Ernesto ha fatto un discorso in cui presentava il Sermig dalla sua nascita, successivamente il Papa ha risposto elogiando tutto il lavoro fatto dicendo di continuare sulla strada dell’accoglienza della pace perché il mondo cambia nella misura in cui noi cambiamo e aggiunge che «la guerra si può fare senza Dio, ma la pace si fa solo con lui». Per concludere vorrei mettere un mio pensiero personale. Desidero ringraziare Ernesto perché mi ha dato questa opportunità che mi ha fatto avvicinare molto di più al cuore di Dio e desidero continuare a conoscere sempre meglio la vita di questa fraternità che mi ha molto colpito. Marco, 11 anni
# Mi è piaciuta molto l'essenzialità di questo incontro senza effetti speciali né canti. Forse avevamo il bisogno tutti, Francesco compreso, di un momento vero dove guardarsi nel cuore. Sento che c'è una parola in particolare che mi ha trasformato completamente: ribaltare “fraternità della speranza” in “speranza della fraternità”. Quanto Spirito Santo c'è in questa affermazione! Andrea
# Le parole del Papa ci ricordano l’importanza della comunità radunata intorno al Vangelo. La comunità responsabile di tenere acceso il fuoco portato da Gesù anche per chi non crede. L’essere custodi gli uni degli altri significa essere anche responsabili di coloro che non hanno fede. Così il Papa conferma la missione della fraternità e di una comunità che la circonda, che abbraccia questa fraternità e il suo mandato. Un abbraccio integrale per sempre. Alessandro
# L’incontro con il Papa è stato accompagnato da alcuni gesti che mi hanno ricordato una certa familiarità con il nostro modo di incontrarci. Piccoli gesti che hanno avvolto il cuore del messaggio che ci ha lasciato e che per me sono stato un “sentire comune” di papa Francesco con noi. Un riconoscimento al cammino fatto, un incoraggiamento a non stancarci e un mandato a mantenere accesa la fiamma, radicata nel Vangelo, ma che può alimentare tutti, senza confini e senza distinzioni. Valentina
# Vedendo i molti presenti, mi sono accorto di non conoscere tutti. Segno della grandezza del nostro albero che ha saputo germogliare in molti luoghi e latitudini, coinvolgendo un popolo di tutti i colori. Renato
# Papa Francesco, con semplicità e senza “e” o “ma”, ha riconosciuto il Sermig come una “sicurezza”, nella fedeltà alla Parola, vissuta nella preghiera; e una speranza nelle opere che ne seguono… e che attirano uomini e donne di buona volontà a partecipare. Di fronte a tanto, c’è solo stupore, e il desiderio di non “uscire di strada”, di essere, sempre più e sempre meglio, “artigiani” in Arsenali dove si fabbricano le armi della pace, che sono l’incontro, il dialogo, l’accoglienza. Mauro
# Francesco, il Papa dei piccoli… Sobrio, semplice, profondissimo, come l’incontro che abbiamo avuto. Nudo e crudo! Semplicemente Dio che si racconta da cuore a cuore umano. Prego Dio che mi dia di “stare con Isaia” con appassionato e bruciante amore! Quello dei suoi innamorati, di quelli che non trovano alcuna esagerazione nel desiderare, assecondare, vivere (con tutta la limitatezza di cui si è fatti) i sogni di Dio. Serena
# Mi riempie di gioia lo sguardo del papa che vede nel Sermig, nel nostro operare la presenza di Gesù. Riconosce il dono che il Signore ci ha fatto… e tutto questo senza menzionare cifre o numeri perché la carità è difficile da “tener di conto”. Stefania
# Pensando alla vita di fraternità, penso che alla fine sia valsa la pena affrontare tutte le fatiche per questo incontro, perché siamo insieme. E di questo parla il Papa, di quel benedetto seme, che non ha ceduto, che è cresciuto, che si è fatto casa, famiglia, fraternità per tutti noi e per molti che la famiglia non sanno neanche cos’è. Alberto
# Attesa, speranza e tanta preghiera. Il momento più emozionante? Il caldo, affettuoso e scrosciante applauso che ha seguito le parole di Ernesto; un appaluso che ha avvolto il Papa mostrandogli il piccolo grande mondo fedele che ringraziava Ernesto per questa sua e anche nostra avventura nata e cresciuta in Dio, con e per lui. Maria Pia
# Alle otto di mattina piazza San Pietro è quasi deserta, da diversi punti si avvicinano gruppi di persone più o meno numerosi: è il popolo del Sermig che da tutta Italia sta arrivando per l’incontro con il Papa. Adulti e bambini, giovani e anziani, di tutti i colori, ricchi e poveri, famiglie, sacerdoti e consacrati, atei, ma tutti con tanta emozione nel cuore! Siamo 330 persone, ma solo un leggero brusio, quasi come un rosario sussurrato… insieme! Le parole del papa sono potenti, profonde di chi ci conosce bene ed è andato al cuore del Sermig: il carisma della speranza vissuto alla presenza di Dio. Gli occhi del cuore immagazzinano ogni parola perché ogni frase è la nostra vita che va vissuta nella sua interezza e non a pezzi. Cristiana
# Se dovessi racchiudere in poche parole l’incontro che abbiamo vissuto con papa Francesco credo che lo definirei come uno sguardo d’eternità. Una carezza per noi e per la Chiesa. Jessica
# Per me è stato importante iniziare la giornata celebrando tutti insieme la Messa a San Pietro ricordandoci che noi non avevamo un appuntamento col Papa, ma avevamo un appuntamento con Dio attraverso il Santo Padre. Riccardo
# Sentire tanto bene in un’unica stanza riempie il cuore di gioia. Nelle parole di Ernesto, la condivisione della sua vita e della sua fede, il costante ricordo di Maria che non ho conosciuto ma che è sempre presente, come fosse la mia mamma! Mia
# Il 7 gennaio avrei dovuto essere lì. Invece per motivi di salute purtroppo solo una parte di me era presente a sostenerti e a farti capire quanto fosse importante per me… il mio cuore! Sara
# Nessun orgoglio, nessun merito, ma un invito ancora più forte alla responsabilità per continuare a essere quel grande albero cresciuto da un piccolo seme che dà ristoro a tanti persi, a tanti smarriti, a tanti che sono già nel Sogno di Dio. Beatrice
# Dopo aver ascoltato Ernesto, Francesco ripercorre punto per punto quanto esposto da Ernesto, elevandone nello Spirito i contenuti, facendo brillare alla luce del Vangelo alcune parole e realtà comunicate. Parole le sue che ci hanno offerto uno sguardo capace di innalzare, guidare, indirizzare benedire. Infine, il momento dell'incontro personale: dal "per tutti" al “per ognuno", occhi negli occhi, mano nella mano. Gesù attraverso le mani e lo sguardo del suo amico Francesco ha ripetuto a ognuno di noi presente in quella sala, credente o non credente, musulmano o cristiano: tu, sei prezioso per me, io ti voglio bene. Simona
# Che emozione quando Francesco chiama Ernesto per nome, sentire dalle sue parole che ci ha riconosciuto: parlare del Sermig come una specie di grande albero cresciuto a partire da un piccolo seme, riconoscere in quel gruppo di giovani la presenza del Signore Gesù, una comunità di persone che abbracciano la vocazione e la missione della fraternità e desiderano portarla avanti. Marco
# In quell'applauso a Ernesto sempre più forte che tardava a finire, c'era tutta la comunità del Sermig che ringraziava Ernesto e Maria per aver aperto la porta della loro famiglia, che si riconosceva in quella grande storia e che si stringeva forte al fondatore per manifestargli la sua vicinanza. Nicol
# Caro Ernesto, ho saputo che l’incontro con il Papa è stato molto bello e che si è rivolto a te con grande affetto. Ne sono contentissimo. Un abbraccio. Sergio
# Penso che chiunque in qualsiasi momento vedrà le immagini scattate in quell’occasione rimarrà colpito. Infatti, è toccante vedere la commozione di tutti i presenti che incontrano il Papa, simbolo della pace. Tanti bambini felici e tante persone che sperano in un mondo di pace e che si adoperano per questo nella loro vita. Maria Chiara
# Per me un segno importante di quella giornata è stato proprio il dono dell’unità della fraternità, ognuno con il suo pezzo, differente ma necessario. Maria
# Il mandato del Papa: portare la speranza della fraternità, testimoniare la fraternità. È una responsabilità immensa, perché se non ci mostriamo buoni davvero, se non saremo davvero fraternità, invece di testimoniare porteremo scandalo. Tutti, e anch’io, anche noi dobbiamo sentire il peso di questa responsabilità. Mi fa paura certo, ma il Signore ci chiama a questo e con lui affronteremo le difficoltà che verranno. Francesca
# Meraviglia è la prima parola che sgorga dal cuore quando penso all’incontro con il Papa. Meraviglia sì, ma anche amore e gentilezza in abbondanza: è la meraviglia di chi non sa, di chi riscopre piano piano. Di chi si sorprende per ogni piccolo gesto. Come davanti a un dono da scartare in un giorno di festa. Monica
# Ho visto, ascoltato e toccato il Regno di Dio. Ho visto, ascoltato e toccato tutto quello che siamo, proprio quello che siamo, e che vorrei fossimo per sempre. Popolo di Dio. Per e con tutti. Solamente opera di Dio. Solo sua. Chiara
# Di questo giorno ricorderò per sempre l’incontro tra due grandi uomini ultraottantenni ancora disposti ad andare oltre la loro fatica per scommettere sulla speranza. La fraternità oggi può veramente testimoniare che possibile convertire il nostro cuore. La vita in fraternità può parlare ai cuori induriti di tanta gente che vive coltivando la logica dell'individualismo. Scegliere e vivere la fraternità significa scegliere la via per spogliarsi e disarmarsi dal proprio Io, dalle proprie ragioni, dal proprio orgoglio per scoprire e vivere la libertà vera. Luisa
# Finita l’udienza, in piazza San Pietro, ho iniziato a percepire una gioia condivisa: nello sguardo delle persone non c’era più la tensione della mattina e, dalle parole che ci scambiavamo, nasceva lo stupore per quello che sentivamo essere un regalo finalmente arrivato, di quanto il sogno di Dio su di noi stesse continuando a crescere. Cecilia
# La cosa che mi ha commosso di più è appartenere a una fraternità che è anche sacerdotale: è gioire con quei fratelli che stavano percorrendo la navata della basilica di San Pietro per celebrare la messa. E poi dell’incontro con il Santo padre mi ha commosso la concretezza del silenzio che si è fatto preghiera, preghiera nello stupore e gratitudine verso ogni parola pronunciata per noi. Arianna
# Il giorno dell’incontro del Sermig con papa Francesco sono rimasta assieme ad altri all’Arsenale della Pace perché non sarebbe stato pensabile mettere sul portone il cartello “siamo chiusi”. Mi sono sentita in comunione con tutti. Ancora prima di ascoltare le parole che Ernesto al Papa e quelle del Papa rivolte a noi, sono state le facce di coloro che a fine serata e nella notte sono rientrati che mi hanno donato gratitudine, stupore, gioia, responsabilità. Rossana
# Le parole che il Papa ci ha donato sono un grande incoraggiamento per perseverare nella direzione in cui ci impegniamo quotidianamente a camminare. È come se la storia del Sermig avesse ricevuto un sigillo che riconosce (rendendo quindi grazie) e consacra i suoi primi (quasi) 60 anni. Una vera carezza di Dio! Marta
# Eravamo tutti presenti, per ricevere da Dio attraverso le parole del Santo Padre un incoraggiamento a ri-pronunciare i nostri “sì” come consacrati, famiglie, giovani, amici, volontari… col cuore ben radicato nel vangelo. Maria Grazia
# Ho vissuto l’essere Chiesa che prega nel cuore della Chiesa! Veronica
# Mentre Ernesto parlava, il Santo Padre ascoltava con attenzione. È "saltato" anche lui quando ha sentito la misura delle 1.500 tonnellate di aiuti: si è sporto dalla sedia, ha ripetuto la cifra al cardinale che era seduto alla sua destra e poi ha avuto un’esclamazione di stupore e approvazione del viso, simile a un «Che numeri!». Luisa
# Visto dall’Arsenale, l’incontro con il Papa mi è apparso come un momento molto importante nella storia del Sermig. Un incontro tra due uomini di Dio, che vivono il Vangelo con uno spirito molto simile, come rivelano le belle parole che il Papa ci ha rivolto. Renza
# Caro Ernesto, tante cose dell'incontro di Roma, con il Papa, mi hanno colpito, ma tra tutte: il vostro scambio di sguardi, due uomini di Dio che si riconoscono e che entrano in comunione. Lorenzo
# Credo che con questo incontro ci abbia detto che la Chiesa è Gesù, è la sua presenza reale e noi gli apparteniamo come una parte del suo Corpo. E questa Chiesa ci ama, ci riconosce e ci incoraggia a continuare, a credere sempre di più che Lui è con noi. Chiara
# Il Sermig dal Papa. Io in Brasile, ma è un’emozione fortissima. Arriva in diretta il discorso del Papa, stiamo andando all’Aparecida, portiamo tutta la fraternità. Mariella
"In udianza da Francesco"