Mayra Monteiro

Pubblicato il 14-11-2018

di Simone Bernardi

di Simone Bernardi - «São Paulo meu amor. São Paulo quanta dor!»... «San Paolo, mio amore. San Paolo, quanto dolore!». Tom Zé – il cantante e compositore brasiliano – ritmava così il suo affetto verso la più grande metropoli del Sud America, agglomerato di ricchezze e di solitudini.

È domenica. Uscendo in macchina, vedo un gruppo di circa 50 persone che distribuiscono cibo e coperte a chi è in fila per andare a mangiare e dormire all’Arsenale. Era fine giornata (una lunga giornata). Ricordo di aver frenato bruscamente, sono sceso dalla macchina e gliene ho dette quattro, ho decisamente perso la pazienza: «Ma non vedete che queste persone stanno entrando in una casa!? Non capite che ogni avanzo di cibo lasciato su questo marciapiede sarà motivo dell’ennessima raccolta firme contro questi uomini e contro chi li accoglie ogni giorno? Lo state facendo per voi o per loro?».

Dopo pochi secondi, mi ero già reso conto di essere entrato in quella situazione in modo scomposto, con la foga di un padre che difende i suoi figli, e stavo correndo il rischio di non essere capito da nessuno, compresi i nostri ospiti... Con la coda dell’occhio, vedo avvicinarsi una donna, con la mano fa un gesto per placare gli animi e mi dice: «Chiamami domani, voglio capire meglio... Noi adesso dobbiamo proseguire ». Mentre evita che quella discussione prenda fuoco, mi lascia il suo biglietto da visita: Mayra Monteiro – responsabile del gruppo di volontari di strada Beija-flores solidários.

La carovana si rimette in moto. Risalgo in macchina anch’io, ma rimango un attimo ad osservare la fila di uomini mentre viene assorbita dal portone dell’Arsenale, do un’occhiata alle luci dei palazzi e al marciapiede pieno di cartoni e posate di plastica... Nell’arco dei pochi chilometri che separano l’Arsenale dal centro città, l’abbandono e la marginalità si sono riprodotti a vista d’occhio: capanne di cartone e compensato, invasioni di edifici, persone accampate sotto i viadotti... San Paolo, quanto dolore! Penso già alla telefonata di domani...

È passato del tempo... Domenica scorsa, Mayra e le pettorine gialle dei suoi 50 colibrì sfilavano dentro l’Arsenale per distribuire ai nostri ospiti un delizioso spuntino pomeridiano e un piccolo regalo in occasione della festa del papà (che in Brasile si celebra la 2° domenica di agosto).

Mayra oggi è un amica. Quel giorno, era nella posizione ideale per rimanere incollata alle sue convinzioni: ero io ad aver sbagliato i modi... ed invece lei ha saputo ascoltare il punto, il mio cuore, ne ha riconosciuto la bontà e si è messa in discussione. In un tempo di tanta arroganza, ho pensato che fosse degno di nota.

Simone Bernardi
OBRIGADO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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