Maria Vittoria Sebastiani

Pubblicato il 23-04-2022

di Roberto Lerda

Maria Vittoria Sebastiani è un'energica signora di 86 anni, dallo sguardo acuto e la voce sicura. Professoressa in pensione e appassionata di mediazione culturale, ha insegnato nelle scuole secondarie e nelle università, in Italia e all'estero.
Da tre anni ha iniziato una “nuova carriera” totalmente gratuita e, con la passione di un cuore giovane, restituisce la sua professionalità in un nuovo modo: insegnare l'italiano agli stranieri.

Il suo è un bagaglio ricco di esperienze, come quella negli USA o in Somalia, dove ha imparato cosa significhi insegnare a un analfabeta; e ora la missione di Casetta Rossa, nel quartiere Garbatella di Roma, dove svolge la sua attività. Questa ricchezza è stata riconosciuta con la nomina a Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica «per l'impegno, di tutta una vita, a favore della promozione della cultura del dialogo e dell'incontro».
In una recente intervista commenta così il senso della sua attività: «Consideriamo questo insegnamento dell'italiano come uno strumento per mettere in moto la “cultura dell'incontro”.

Qui lo facciamo proprio dal basso, è nel nostro spirito: l'accoglienza in ogni caso, fare le cose insieme, la partecipazione e l'incontro». È un cambio di impostazione e di mentalità: si tratta di passare da un concetto di accoglienza, che sottolinea la diversità di condizione delle due parti in gioco, a quello di incontro, che mette l'accento sull'unione e sullo sforzo di fare spazio all'altro.

Lancia poi anche un appello alle autorità: «Io credo che le persone di potere debbano ricordarsi che dobbiamo fare le cose insieme, che vicino a noi ci sono persone che vengono da altri Paesi che vanno incoraggiate e conosciute ». La lingua è il primo strumento di incontro reale che permette agli stranieri di inserirsi nel tessuto sociale del Paese di arrivo e Maria Vittoria, che è stata a sua volta immigrata, lo sa bene. «Partecipare in un meccanismo di ascolto di tutti è qualcosa che si può imparare ». Tutti dovremmo imparare questo stile per far crescere dentro di noi e intorno a noi la cultura dell'incontro.


Roberto Lerda
NP gennaio 2022

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