Malasanità

Pubblicato il 20-03-2018

di Aldo Maria Valli

di Aldo Maria Valli - Il gigante indiano continua a crescere dal punto di vista demografico e, sotto molti aspetti, anche economico, ma la giustizia sociale non va di pari passo.

Lo dimostra il caso della sanità, settore caratterizzato da inefficienza, sovraffollamento e mancanza di fondi. Un sistema elefantiaco e «alla fine dannoso per un gran numero di cittadini», come scrive Stefano Vecchia su Mondo e missione analizzandone i punti critici. «Un dato essenziale da molti anni è che il bilancio destinato dal governo alla sanità è cresciuto in modo molto minore rispetto alla popolazione, tra quelle a maggior tasso di crescita al mondo e che vede ogni anno almeno quindici milioni di nascite.

Mancano di conseguenza medicinali, letti, personale adeguatamente preparato, strutture di accoglienza e servizi, mentre il denaro viene convogliato soprattutto verso le strutture di eccellenza, lasciando cliniche rurali e strutture intermedie con una cronica mancanza di risorse».
Alcuni casi recenti di malasanità sono emblematici. Drammatico quello avvenuto nell’ospedale universitario Baba Raghav Das di Gorakhpur, nell’Uttar Pradesh, il più popoloso Stato indiano con una popolazione equivalente a quattro volte quella italiana, dove la mancanza di ossigeno liquido da usare nelle emergenze è stata la concausa della morte in cinque giorni di una sessantina di bambini ricoverati per encefalite.

Ad aggravare il quadro ci sono il malaffare e le migrazioni del personale medico e paramedico verso strutture più efficienti e impieghi meglio retribuiti. Nel sistema pubblico infatti può succedere che i salari non siano pagati per mesi. Poi ci sono le campagne di sterilizzazione incentivate da premi in denaro o beni, l’aborto selettivo che ha privato il Paese di decine di milioni di bambine, la sperimentazione di farmaci su esseri umani.

«Per quest’ultima – scrive Vecchia – sotto accusa sono finite le sperimentazioni dal 2005 al 2012, che hanno riguardato 57.303 indiani». Nello stesso periodo, quasi cinquecento i nuovi farmaci testati su esseri umani, mentre soltanto diciassette sono stati infine approvati per la commercializzazione.

Aldo Maria Valli
THE INSIDER
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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