Mai più inverno

Pubblicato il 21-04-2023

di Flaminia Morandi

Gennaio, tornano nelle scatole i personaggi del presepio. Non a santa Maria Maggiore a Roma, dove ci sono sempre le più antiche statuine della storia, scolpite da Arnolfo di Cambio 70 anni dopo la geniale invenzione di san Francesco.

Nelle case noi incartiamo le nostre statuine senza pensare che affermare ciò che rappresentano, la nascita di un bambino che è Dio, è un Oltre il pensiero umano costato lacrime e sangue. «Dio si è fatto uomo perché l’uomo potesse diventare come Dio», dice nel IV secolo Atanasio di Alessandria. Frase che paga con due esili in Occidente e la latitanza nel deserto d’Egitto dove scrive la vita di sant’Antonio: immagine dell’uomo pieno di Sapienza increata, diventato simile a Dio. VII secolo: Massimo il Confessore si oppone apertamente alla formula di fede voluta per biechi motivi politici dall’imperatore, che cerca un’intesa con i monoteliti (sostenitori di un’unica volontà in Cristo) e i monoenergeti (in Cristo una sola energia): svuotando così la realtà dell’incarnazione e quindi della redenzione dell’uomo. A Massimo non resta che rifugiarsi a Roma dove il papa Martino prepara un concilio per riaffermare con forza la presenza in Cristo di due volontà, divina e umana.

Ma la longa manus del potere arresta Martino e lo trascina a Costantinopoli, mentre a Massimo, dopo un esilio e due processi, viene tagliata la lingua con cui aveva parlato e la mano destra con cui aveva scritto che: «Cristo unisce nell’amore la realtà creata e increata – meraviglia dell’amicizia e della tenerezza divina per noi – e mostra che mediante la grazia le due realtà sono una cosa sola. Il mondo intero entra nel Dio totale e divenendo tutto ciò che Dio è, tranne l’identità di natura, riceve al posto di se stesso il Dio totale». L’uomo, immagine del Logos, ha il compito di svelare i logoi, le essenze spirituali delle cose, vivendo un’esistenza liturgica, libera dal proprio egocentrismo (filautía), in un cammino di divinizzazione.

Ma è Origene (vedi ummagine), II secolo, il primo a costruire sulla partecipazione dell’uomo alla divinità di Dio la sua grande sintesi spirituale e teologica.
Cristo, Volto del Padre, luogo di ogni santità, partecipa totalmente alla sofferenza degli uomini: «Se è disceso sulla terra, è stato per compassione. Sì, ha sofferto le nostre sofferenze prima di aver sofferto la croce, prima di aver assunto la nostra carne. Prima ha sofferto, poi è disceso. Ma qual è questa passione che ha provato per noi? È la passione d’amore…». È Cristo che nel Cantico dice all’uomo: «Io per te ho resistito ai furori delle tempeste; per te la mia anima si è fatta triste fino alla morte. Per te ho infranto il pungiglione della morte, per te ho sciolto i legami dell’inferno. Per questo ti dico: Levati e vieni, mia tutta bella, mia colomba, perché ecco, l’inverno è passato, la pioggia se n’è andata, i fiori sono apparsi sulla terra…perché io sono nato da una vergine e dalla volontà del Padre mio». Sì, nell’Oltre con Dio per noi non c’è più inverno.
 

Flaminia Morandi
NP gennaio 2023

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