Madre di Dio Kasperovskaja
Pubblicato il 15-07-2024
Magnifico esempio moscovita dell’icona della Madre di Dio Kasperovskaja. L’originale, di cui essa riprende il modello e il nome, ha una storia molto particolare, che arriva fino ai giorni nostri.
Prende il nome da Kasper, nome della famiglia di una proprietaria terriera di Kherson (città dell’attuale Ucraina), che riceve l’icona originale nel 1809, dopo che era stata tramandata da genitore a figlio sin dalla fine del XVI secolo, quando era arrivata dalla Transilvania portata da un signore serbo.
Si ricorda questa data perché da questo momento sembra che abbia iniziato a essere strumento per diverse grazie per questa famiglia e altre persone del villaggio e poi di altre città vicine. Nel 1844 viene esposta nella cattedrale del villaggio e la sua fama e le sue “imprese” aumentano. Nel 1854, nella guerra di Crimea, l’icona fu solennemente trasferita in processione nel duomo di Odessa, assediata dai nemici. Dopo la preghiera dell’ar civescovo nella festa della Vergine Maria, il nemico si ritirò e la città rimase illesa. Da allora la Madre di Dio Kasperovskaja è la patrona di Odessa, e tale è rimasta fino ai giorni nostri. E quando nel luglio dell’anno scorso è stata bombardata la cattedrale di Odessa, tra le poche cose che si sono salvate, è stata trovata illesa anche l’icona Kasperovskaja, tanto cara al popolo ucraino.
Appartiene al modello della Madre di Dio delle carezze – di cui abbiamo tante versioni – che a sua volta è una variante del modello della tenerezza. Rispetto alle altre composizioni iconografiche mariane ha la peculiarità di essere come un “dettaglio" particolare sui volti, il che evidenzia moltissimo i gesti della Madre e del Bimbo, che si incontrano dolcemente con le guance, mentre le loro mani delicatamente si muovono in un gioco di abbracci, della Madre verso il Figlio, e del Figlio verso la Madre, cui porge la Parola, raffigurata dal rotolo di pergamena.
Davanti a questo abbraccio di tenerezza tra Maria e Gesù, in questa preghiera che diventa immagine davvero ispirata, si sono fermate mamme, bambini, soldati, ammalati, generazioni e generazioni, popoli interi, che hanno trovato la via per una preghiera a Dio fiduciosa, tenera, certa come l’intima confidenza affettuosa che si può avere solo con una madre che ci conosce e ci tiene fra le sue braccia fin dalle nostre origini. Un’immagine che ci svela l’amore tenero e materno del Padre, un amore così grande e dolce che si fa bimbo e – per farsi bimbo – si inventa una madre, la più dolce e sicura madre che potessimo desiderare.
Chiara Dal Corso
NP maggio 2024