Madre dei giovani

Pubblicato il 06-10-2022

di Rosanna Tabasso

Le immagini di distruzione e di morte che si susseguono dall’Ucraina, i commenti e le previsioni su come evolverà la situazione già critica ci fanno partecipare a quanto sta avvenendo, ma insieme ci appesantiscono. La guerra ci entra dentro anche così e ognuno reagisce come può. C’è chi non si stacca dai notiziari, chi non vuole più sapere nulla di quanto accade, i più anziani rivivono paure del passato… e i bambini e i giovani come vivono tutto questo? Il timore è che molti, non aiutati, lasciati soli, possano cadere in pericolose derive, la depressione per esempio, oppure che siano così assuefatti alle brutalità della guerra da cercare rifugio nella violenza del branco… due estremi di una fatica che è di tutti. Ritorna pressante l’invito che Madre Teresa ha rivolto a Ernesto in una lettera ritrovata nel 1997 ma senza data: è tempo di «prendere la Madonna con noi e insieme a lei andare alla ricerca dei bambini e dei giovani per portarli a casa».

Questo tempo legato alla guerra nel cuore dell’Europa è da vivere con Maria Madre dei giovani, Madre dalle Tre Mani. Proprio all’inizio della guerra un amico ha tradotto dal cirillico la lunga dichiarazione che accompagna questa icona realizzata a metà dell’ottocento, dove è precisata la provenienza dalle zone sud occidentali della Russia, l’attuale Ucraina e la Bielorussia. Questa coincidenza ci ha stupiti e commossi e ci ha spinti ancora di più ad affidarci a lei, ad affidarle i bambini e i giovani. Lei conosce l’animo e le fatiche di queste nuove generazioni che si trovano a vivere sconvolgimenti epocali, senza avere lo sguardo posato su Dio e sull’Oltre. Per questo vuole stare in mezzo a loro, proprio come è stata con i discepoli il sabato santo: per tutti Gesù era morto e tutto era finito; solo lei attendeva ancora la promessa di Dio, la resurrezione di quel Figlio, annunciata dalle Scritture. A lei il cuore diceva che non tutto era perso, lei sapeva che qualcosa sarebbe successo, sapeva che Gesù sarebbe tornato e che ci sarebbe stata una nuova annunciazione: «Non temere, Maria, nulla è impossibile a Dio», e questa volta non sarebbe stata solo per lei, ma anche per i discepoli e per le donne che avevano seguito Gesù. Ed è stata in mezzo a loro delusi e sconcertati, non li ha lasciati soli. Non ha dubitato nemmeno un momento ed è rimasta con i discepoli ad attenderla. «Come avverrà questo?» si sarà ripetuta, proprio come nell’Annunciazione, ma con il cuore certo che qualcosa sarebbe accaduto e la fede di tutti si sarebbe riaccesa. Quella che umanamente sembrava essere una sconfitta sarebbe stato in realtà un nuovo inizio: con Gesù Risorto e con lo Spirito Santo nasceva la Chiesa.

Nel sabato santo di questo nostro tempo, quando tutto sembra perso e anche Dio non trova più posto nel cuore di tanti, c’è Maria con noi a radunare attorno a sé i giovani perché ciò che sembra perdita di Dio, perdita della prospettiva di vita, è in realtà la possibilità di una nuova partenza. Anche noi ci chiediamo come sia possibile ma, con Maria e come lei, siamo certi che è già accaduto, perché Dio non abbandona mai quelli per cui suo Figlio ha dato la vita. È il giorno in cui radunarci insieme, come i discepoli chiusi nel Cenacolo per paura di ciò che sta avvenendo fuori. È il giorno in cui ancora una volta Gesù vince la morte e la storia riparte. Raduniamoci e raduniamo i giovani attorno a Maria. Tutto ripartirà da lei.

Rosanna Tabasso

NP Maggio 2022

 

Mercoledì 4 maggio sono tre anni dalla partenza per il Cielo di Maria. La sua assenza fisica ci procura tanta nostalgia, ma la sentiamo presente alla nostra vita di sempre e anche con più forza. Cominciamo a capire che il Signore l’ha voluta con sé per spingerci a familiarizzare ancora di più con l’Oltre e imparare a vivere alla sua Presenza già qui ed ora. Saperla alla testa dell’Arsenale in Cielo ci ha aiutato in questi anni ad affrontare le continue prove del tempo difficile che stiamo vivendo. Maria è nel cuore di tutti noi ogni giorno e noi siamo certi di essere sempre nel suo.

 

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