L’opera nascosta

Pubblicato il 12-11-2017

di Chiara Dal Corso

Chiara Dal Corso - UOVA E COLORIdi Chiara Dal Corso - A fine agosto l’Arsenale ha ospitato un corso di iconografia tenuto da due insegnanti iconografi d’eccezione: Giovanni Raffa e Laura Renzi. In un clima di silenzio in 10 giorni si è lavorato sodo nella pittura e nella contemplazione del volto di Gesù, di Maria, e del mistero dell’Arcangelo Michele… i soggetti dei tre livelli del corso.

Che senso ha dipingere, o meglio ancora, scrivere le icone oggi? Che senso ha una pausa dal lavoro, dalle occupazioni di tutti i giorni, ed entrare in una dimensione dove il ritmo è all’improvviso rallentato, dove non siamo più noi a “condurre” le nostre azioni ma ci è chiesto di “seguire”, di lasciarci guidare, dove produciamo con le nostre mani un’immagine che non nasce dalla nostra fantasia, ma che dobbiamo riprodurre e che passando attraverso di noi sarà diversa dal modello?

Un’immagine che è un volto, che rappresenta un’identità, una presenza che ci ama. Un volto che è il Volto in cui ritroviamo il nostro, una presenza che mentre cerchiamo di ascoltarla ci accorgiamo che è lei che ci ascolta, a cui possiamo affidare tutto quello che abbiamo nel cuore. Sì perché l’icona nasce prima nel cuore e nella testa, poi passa dalle mani e si posa sulla tavola. Ecco la forza di questa forma di arte sacra incastonata in una storia millenaria, generata ed elaborata nel tempo come frutto costante di un “dialogo” tra generazioni che attraverso i secoli si è evoluto ma non ha mai cambiato la direzione: la ricerca di comunicare Cristo e il suo amore attraverso un’arte sobria, umile, sintetica, intrisa di Vangelo e comunicatrice dei significati profondi del suo messaggio. Un’arte che mi insegna la pazienza, che mi invita alla delicatezza dei modi e al silenzio, all’ascolto di quello che sto facendo e di quel volto che mi viene incontro, ma anche all’ascolto ciò che ho nel cuore, di ciò che emerge da me e mi dice che vuole essere illuminato da quello sguardo, e dalla sua sapienza.

Quale sarà il risultato? L’opera finita? Certamente quella che si vede, e certamente dipenderà dalle capacità manuali di chi la produce, ma c’è un’opera più profonda ed è quella che è avvenuta in me, quell’esercizio che ha fatto la mia anima per stare “al passo”, il percorso che ha compiuto insieme a lui, nella preghiera.

Chiara Dal Corso
UOVA E COLORI
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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