Lavoro di squadra
Pubblicato il 24-03-2025
Si tratta di un piccolo scorcio degli affreschi della cattedrale della Dormizione di Vladimir, costruita tra il 1158 e il 1160 dal principe Andrej Bogoljubskij. Dopo qualche secolo, nel 1408 iniziano i lavori di Andrei Rublev, con l’aiuto di Daniil Cërnyj, che hanno realizzato tutti gli affreschi interni, mentre le numerose icone della deesis sono frutto di ancor più mani, perché oltre al lavoro diretto, alla supervisione e probabilmente a qualche intervento mirato dei due maestri, sono state realizzate con l’aiuto di una squadra di altri iconografi.
Rappresentano il giudizio universale, con Cristo in trono e i cori degli angeli, degli apostoli, il corteo degli uomini giusti e delle donne giuste, i cori degli angeli, le file dei profeti e dei patriarchi, e da parte anche gli episodi della vita della Vergine. Il tutto rappresentato in una grande armonia nonostante l’evidente differenza di stile dei due maestri. Le fonti del XV secolo affermano che Andrej e Daniil fossero amici, oltre il fatto che molto probabilmente Andrej fosse stato allievo di Daniil. Evidentemente il maestro non aveva soffocato lo stile dell’allievo, essendo arrivati a risultati molto diversi. Eppure lavoravano insieme, certamente si confrontavano, si aiutavano nell’elaborazione dei progetti, ma poi ognuno dipingeva alla sua maniera. Se Daniil segue un andamento più classico, pittorico e serio, Andrej rende i personaggi più leggeri, più umani, dagli sguardi e le espressioni che esprimono una bontà semplice, pura, quasi infantile, pervadendo la scena di un senso di pacatezza e di pace, che esprime la fiducia e l’amore, degli apostoli, dei giusti, dei profeti verso Colui che viene, il Cristo. Egli stesso, seduto sul trono del giudizio, con la dolcezza del volto e dei gesti, ci suggerisce che il “giudizio” di Dio avviene sempre attraverso la misericordia, avviene attraverso il suo amore mite, offerto e versato insieme al suo sangue per la salvezza degli uomini e non per la loro condanna.
La squadra degli iconografi lavora tanti e tanti mesi, con il caldo e il freddo, lavora anche durante la diffusione della peste a Vladimir, senza fermarsi, sfidando la stessa morte per completare questo lavoro, questa opera che doveva dare gloria a Dio. Lavorano inoltre in un’epoca di guerre sanguinose – un’epoca delle più dure per la Russia – eppure questa drammaticità non traspare dalla loro arte, anzi, specialmente in Rublev, la bellezza dei colori e delle sue composizioni, la pace, l’amore, la fiducia in Dio che si irradia dai suoi volti, diventano una risposta pacifica alla violenza del tempo in cui vive, diventano, di fronte al generale senso di disgregazione, di distruzione, un messaggio di speranza e di salvezza che torna a manifestare l’ordine, la bellezza, l’amore che ha già vinto, che ci aspetta tutti…
Buon Natale.
Chiara Dal Corso
NP dicembre 2024