Lassismo latino

Pubblicato il 08-05-2016

di Flaminia Morandi

Giovanni Canavesio, Il tradimento di Giudadi Flaminia Morandi – Un eccesso di cattolicesimo danneggia la salute fisica delle nazioni, ha detto il direttore di un sito che analizza i trend della globalizzazione. Lo riporta Massimo Franco nel suo libro La crisi dell’impero vaticano, insieme al malumore dei Paesi nordeuropei nei confronti del lassismo latino: l’economia europea sarebbe meno in difficoltà senza i Paesi cattolici del Mediterraneo.

C’è una lotta in Europa tra due forme mentali, tra luterani economicamente sani e paganti le tasse e cattolici latini con i conti in disordine. Al sud più ricchezze personali e più poveri gli Stati; al nord più ricchi gli Stati e meno ricconi. Al nord imperativi etici e non facili perdonanze, al sud una Chiesa troppo italianizzata, troppo disinvolta nell’assolvere e nell’assolvere se stessa.
Come se il perdono portasse a un laissez faire. Rigore morale e perdono non possono coesistere?

Dal punto di vista cristiano non c’è il bene da una parte (al nord) e il male dall’altra (al sud). La divisione tra pecore e capri di cui parla la scena del giudizio universale non è tra due tipi di esseri umani, ma all’interno di ciascuno di noi. Lo stesso vale per altre parabole, come quella del buon grano e della zizzania: sono modi di essere dell’uomo, non classificazioni di persone.
I cristiani, tutti, dovrebbero essere quelli descritti dalla Lettera a Diogneto: uomini eucaristici, di lode e di pace, che compiono tutti i loro doveri di cittadini e si sottomettono a tutti gli oneri dello Stato (cominciando dal fisco). Obbediscono alle leggi stabilite, ma il loro modo di vivere va oltre quelle leggi: sono poveri che rendono ricchi molti, non hanno niente e sovrabbondano di tutto, vengono insultati e benedicono.

Dunque, in una parola, i cristiani non dovrebbero essere solo giusti secondo un criterio morale, ma giusti secondo il significato ebraico, cioè pieni di Spirito: la loro virtù, dice san Giovanni Climaco, sta tutta nel rifiuto di giudicare. Per chi si mette sulla strada del vangelo, il metodo è quello di Gesù con l’adultera: l’amore paradossale, che sconvolge il colpevole e risveglia in lui la persona. Il metodo di Gandhi e dei Padri del deserto.
Come quel monaco la cui cella era stata svuotata dai ladri e che li insegue per dar loro l’unico sacchetto che non avevano notato. Confusi e sorpresi, i ladri restituiscono quello che avevano rubato e se ne vanno via dicendo: davvero questo è un uomo di Dio!

Ogni giorno sulla parola del vangelo i cristiani dovrebbero inventare la morale paradossale dell’amore creativo: che mette la persona con il suo mistero e il suo destino davanti ad ogni concetto sociale di bene e di giustizia. Giuda era un apostolo e alla destra di Cristo era appeso un assassino. Cambiare si può.
Lo sa bene la Chiesa che da secoli accoglie e perdona.


MINIMA – Rubrica di Nuovo Progetto

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