La speranza che non delude

Pubblicato il 05-04-2025

di Domenico Agasso

Papa Francesco apre la Porta santa nel carcere di Rebibbia. «È la prima dopo quella nella Basilica Vaticana» con cui è iniziato il Giubileo 2025. Il Pontefice nella casa di reclusione incoraggia i detenuti: «Mai perdere la speranza. Spalancare il cuore. Tutti i giorni prego per voi. Vi auguro molta pace».

Nel giorno di Santo Stefano 2024, quando migliaia di pellegrini hanno già attraversato la Porta santa in San Pietro, Bergoglio ne ha aperta una nel penitenziario romano, «cattedrale di dolore e di speranza». Un gesto simbolico voluto fortemente da Francesco per coinvolgere la popolazione carceraria del mondo nell’Anno santo dedicato alla speranza. Si tratta di un unicum nella storia dei Giubilei. «Ho voluto che la seconda Porta santa fosse qui, in un carcere. Ho voluto che ognuno di noi, che siamo qui dentro e fuori, avessimo la possibilità di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude».

A Francesco piace «pensare alla speranza come all’àncora che è sulla riva e noi con la corda stiamo lì, sicuri, perché la nostra speranza è come l’ancora sulla terraferma – spiega nell’omelia – Non perdere la speranza. È questo il messaggio che voglio darvi; a tutti noi. Io il primo». La corda in mano, e poi «le finestre spalancate, le porte spalancate. Soprattutto la porta del cuore. Quando il cuore è chiuso diventa duro come una pietra; si dimentica della tenerezza. Anche nelle situazioni più difficili – ognuno di noi ha la propria – sempre il cuore aperto».

Il Pontefice stringe le mani alle persone che sono all’interno – 300 tra detenuti, volontari e agenti della polizia penitenziaria – e poi, prima di andare via, ad alcune all’esterno, dove altrettanti lo attendono. Scherza, abbraccia, sorride.

Si ferma anche con i giornalisti delle TV. «Il carcere è diventato una “basilica” come le altre», dice rispondendo a una domanda di TV2000. Nella bolla di indizione Spes non confundit aveva chiesto un gesto di clemenza per i detenuti nel Giubileo, come avviene in tutti gli Anni santi: «Forme di amnistia o di condono della pena». Quel giorno c’era il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: ha rinnovato questo invito? «No, di questo non abbiamo parlato». Peraltro, atti di questo genere sono attesi in Vaticano.


Domenico Agasso
NP gennaio 2025

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