La presentazione di Maria al Tempio

Pubblicato il 11-11-2021

di Chiara Dal Corso

La Festa della Presentazione o Ingresso della Madre di Dio al tempio (21 novembre) è presente nella liturgia orientale già nel VI secolo, a Gerusalemme, poi introdotta nel XIV secolo nella Chiesa occidentale, attraversando i secoli e le decisioni di diversi papi, viene mantenuta e promossa fino ad essere inserita come memoria nel calendario liturgico dal 1969. Infatti, anche se si basa sulla narrazione di un vangelo apocrifo, quello di Giacomo, viene celebrata per il suo valore simbolico. La narrazione ci dice che Maria all'età di tre anni venne condotta dai suoi genitori, Gioacchino ed Anna, al tempio di Gerusalemme per essere consacrata a Dio.

Un'offerta a Dio che è il ringraziamento dei suoi genitori ma che dimostra anche la disponibilità totale di Maria alla volontà di Dio, a mettersi completamente nelle sue mani, a consegnare da subito la sua vita. Possiamo intuire, con la fiducia che abbiamo verso una creatura così mite e innamorata di Dio, che la sua vita nel tempio sia stata un continuo sì di obbedienza e docilità ai servizi che le venivano richiesti e al tempo di preghiera (vediamo nell'immagine un angelo che la nutre con un pane celeste, simbolo della Parola di Dio). E poi un altro sì quando accolse la decisione di diventare la sposa di san Giuseppe.

Tanti sì che anticiparono e prepararono quel sì immenso che dirà poi alla presenza dell'angelo Gabriele il giorno dell'annunciazione, un sì detto da una ragazza giovanissima, ma già piena di Dio, già allenata a fidarsi di lui, già disponibile alla sua volontà come lo può essere solo un'innamorata che conosce profondamente il suo amore, talmente certa e nutrita di questo amore da avere una fiducia infinita. Un sì che ha dato a Dio un corpo per entrare nella storia e mostrarci la sua via, la via della salvezza che va contro tutte le logiche egoistiche del mondo, un sì traboccante di gioia ma anche intriso dei dolori che avrebbe dovuto sopportare.
Un sì che andava preparato, custodito, allenato in quel cuore puro, santo, ma pur sempre umano, di creatura.

L'entrata nel tempio di Maria acquista quindi una valenza simbolica. Ella entra nel "Santo dei Santi" per prepararsi ad essere lei stessa il nuovo tempio, il grembo umano che accoglierà Dio, lei la nuova Arca della nuova Alleanza. In questo meraviglioso mosaico che copre una parte di una cupola della basilica di San Salvatore in Chora a Istanbul è rappresentato l'episodio: Maria bambina accompagnata dai suoi santi genitori e da alcune vergini con fiaccole accese, viene "consegnata" al sacerdote, identificato qui con Zaccaria, che sarà padre di Giovanni il Battista. In alto una scena della vita di Maria nel tempio, nutrita da un angelo che le porta del "cibo celeste", nutrimento spirituale, la Parola di Dio.


Chiara Dal Corso
NP giugno / luglio 2021

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