La nuova Eva

Pubblicato il 23-01-2022

di Anna Maria Del Prete

Il Cantico dei Cantici – con la sua poesia – attesta il ruolo della donna nel progetto della salvezza: trasmettere a tutte le generazioni la Benedizione Divina dell'Amore.
«Sotto il melo ti ho svegliato...mettimi come un sigillo sul tuo cuore… perchè forte come la morte è l'amore…» (Ct 8,5). Il melo, secondo la tradizione biblica, è l'albero della vita, dell'amore ed è lì che la donna offre il suo essere all'uomo del suo cuore, chiedendogli di porla "come sigillo sul cuore": il sigillo, segno di appartenenza totale, in questo caso appartenenza d'amore. L'amata desidera essere custodita e difesa, il suo amore è forte come la morte. Amore e morte: le due forze irresistibili che si scontrano fino alla fine quando la morte sarà vinta come proclamato; «le sue vampe sono vampe di fuoco, una vampa divina! Una fiamma di Dio (8,6), (l'unico versetto nel quale troviamo il nome divino, seppure nella forma abbreviata: Yah), il Dio d'amore che libera, come ha liberato il suo popolo dall'Egitto guidandolo verso la Terra Promessa attraverso le acque del Mar Rosso e rendendolo vincitore sui potenti popoli. Dio libera la sua creatura per colmarla del suo amore. Sembra che l'autore voglia dire che l'amore umano porta in sé – secondo il piano originario del Creatore – una forza divina contro la morte. L'amore è "il sacramento della vita".

Se approfondiamo il senso di questo antico poema all'interno del Primo Testamento, scopriamo che è in dialogo con le prime pagine della Bibbia che inizia con le immagini del deserto e del giardino nel cui centro è l'albero della vita, della conoscenza del bene e del male, che la tradizione ha identificato con l'albero del melo. Con la polvere del deserto è stato creato l'uomo, trasportato poi nel giardino assieme alla sua donna, carne della sua carne. Una collaborazione vitale insidiata dal peccato.
Nel Cantico dei Cantici troviamo la donna "appoggiata" all'uomo: segno che l'amore ha ripreso a fiorire nella coppia umana prima divisa dal peccato. Sotto il melo il primo uomo aveva «aperto gli occhi» (Gen 3,7) dopo che la donna gli aveva offerto il frutto e ora, ancora sotto un melo, la donna porge all'uomo il frutto della vita, perchè il suo gesto è ispirato dalla "fiamma del Signore" e non dalla ribellione contro di lui. L'amore torna ad essere quello sognato dal Signore per l'uomo e la donna.

Il messaggio del Cantico è un messaggio di speranza e di vita, diretto a tutte le coppie. L'amore posto dal Creatore nel cuore dell'uomo e della donna è stato compromesso dalla menzogna. Da quel momento la coppia si cerca, ma non si incontra: «l'ho cercato, ma non l'ho trovato» (3,1): hanno disimparato l'arte dell'amore ostacolato dalla barriera di paure.
La promessa di una fiamma divina, affidata alla coppia come spada sguainata contro l'avversario di sempre, offrirà la possibilità di dominare questa paura e ritrovare quella comunione, fonte della donazione reciproca. La nuova Eva rivive l'arte dell'amore e nella coppia torna ad esserci perfetta reciprocità: «Il mio amato è mio ed io sono sua» (3,1). È l'amore benedetto dal Signore.


Anna Maria Del Prete
NP ottobre 2021

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