La musica che cambia il mondo

Pubblicato il 09-01-2025

di Andrea Gotico

Inizio questo pezzo con una buona notizia – anche se in ritardo di un paio di anni – ma magari qualcuno come me se l’era persa. Per festeggiare i 50 anni dall'uscita di Tea for the Tillerman, Cat Stevens ha deciso di re-incidere nuovamente questo album con nuovi arrangiamenti. Fine dell’info. Capita anche a voi di venire proiettati da qualche parte nello spazio quando ascoltate della buona musica? Una delle mie prime volte è stata ascoltando questo strepitoso disco.

Avevo 10 anni e il Gatto Stefano salì subito al primo posto dei miei cantanti preferiti, surclassando Alberto Camerini. Quante volte ho cantato a squarcia- gola «O baby baby è un mondo selvaggio», desiderando con tutto me stesso diventare un cantautore per dire anch'io la mia sulle cose della vita. Anche se questo a oggi non è ancora successo, salvo la mia vecchia hit giovanile Mi hai rubato le scarpe e l'anima, ascoltando questo album stupendo sono felice e appagato dalla prima all'ultima canzone! E mi fa pensare: può la musica cambiare il mondo? E la risposta è sempre sì.

Quante guerre in meno ci sarebbero state se i potenti della terra avessero ascoltato buona musica con le orecchie di un bambino?
C'era una vecchia battuta di Woody Allen che diceva: «Ogni volta che ascolto Wagner mi viene voglia di invadere la Polonia» e io – anche se adoro il vecchio Woody – non sono mai stato d'accordo: chi ama la musica, ne vuole ascoltare altra e non ha tempo per invadere proprio niente. Augurandoci un mondo con più musica e meno invasioni.
 

Andrea Gotico
NP novembre 2024

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