La moneta di Gerusalemme

Pubblicato il 12-09-2020

di Agnese Picco

Sembra una moneta come le altre, ma è l’unica appartenente al periodo della rivolta di Bar Kochba (133 d.C) ad avere riportata sul retro la parola Gerusalemme.
La moneta è stata trovata all’interno del William Davidson Archaeological Park, durante uno scavo dell’Israel Antiquities Authority. Presenta su un lato la raffigurazione di grappoli d’uva e la scritta «anno due della libertà d’Israele» e dall’altro un albero di palma con la scritta Jerusalem.

Dopo la distruzione della città e del tempio di Gerusalemme ad opera di Tito, che la trasformò in un luogo di acquartieramento delle truppe, Adriano decise di ricostruirla come città romana con il nome di Aelia Capitolina. L’imperatore programmò la costruzione di un tempio dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva) sulle rovine di quello ebraico. La popolazione percepì il progetto come una bestemmia.
Roma reagì con una serie di editti volti a spezzare l’identità ebraica: vennero vietati il riposo del sabato e la circoncisione.

Prese così l’avvio la rivoluzione di Simone Bar Kocheba (chiamato Bar Kochba in riferimento ad una profezia) che si contrappose per tre anni alla dominazione romana. La rivoluzione finì nel sangue e Simone morì sul campo di battaglia.
Secondo Dione Cassio, la causa scatenante era stata proprio la costruzione del tempio dedicato alla triade capitolina.
Il dato interessante riguardo alle monete coniate dai rivoltosi, e che quindi declamavano la libertà di Gerusalemme dal dominio romano, è che venivano coniate utilizzando monete romane fuori corso.

Gli esperti dell’Israel Antiquities Authority hanno esaminato più di 22mila monete provenienti da Gerusalemme, ma solo 4 appartenevano a questo periodo. Un numero esiguo rispetto ai ritrovamenti avvenuti fuori dalla città. E solo una recava la scritta Jerusalem.
Questo fatto acquista rilevanza se si pensa che i rivoltosi non riuscirono mai a prendere la città. Dunque come sono arrivate queste quattro monete all’interno delle mura?
L’ipotesi degli archeologi è che siano state portate a Gerusalemme dai soldati della decima legione – che vi era acquartierata e che prese parte alla soppressione della rivolta – come souvenir sui campi di battaglia.

Agnese Picco
NP giugno / luglio 2020

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