La libertà sorge con la coscienza

Pubblicato il 06-03-2025

di Carlo Degiacomi

Stabilire che cosa sia la libertà è tutt’altro che semplice e che rapporto ha con i temi ambientali? La parola libertà ha significati diversi. Oggi la tendenza nelle società occidentali è di interpretarla come: «Io posso fare quello che voglio sempre e comunque». Invece la mia libertà deve fare i conti con la libertà degli altri. La libertà è sicuramente un diritto fondamentale, ma deve convivere con altri valori che orientano l’agire sociale come la democrazia, l’uguaglianza, la giustizia, il benessere.

Per questo motivo Amartya Sen sostiene che per stare meglio la libertà e la conoscenza devono venire per prime. La diffusione della conoscenza è uno strumento decisivo per la libertà di scelta e la possibilità di partecipare alla formazione delle decisioni. Oggi siamo molto lontani dall’avere un’informazione utile a incrementare le nostre conoscenze. Soprattutto per quanto riguarda le sfide ambientali. Un progetto di società che guarda avanti deve prevedere in chiave economica e sociale la difesa dell’ambiente, la salute delle persone, il risanamento del territorio. Ci sono scelte ambientali che, se non vengono fatte, ci riportano indietro di decenni. La Corte costituzionale, a giugno 2024, ha emesso una prima sentenza che tiene conto delle modifiche degli art. 9 e 41 della Costituzione apportate nel 2022 in cui si fissa come priorità la tutela dell’ambiente nell’interesse del presente e delle future generazioni. La sentenza affossa il decreto del governo del febbraio 2023, denominato “decreto Priolo”: nell’atto del governo, che si riferisce alla zona di Siracusa in cui sono presenti diverse raffinerie ad altro tasso di inquinamento, veniva stabilita la continuità produttiva senza indicare i tempi per risolvere il disastro ambientale prodotto. La Corte costituzionale ha finalmente fissato in tre anni la scadenza per il risanamento. Un altro esempio di libertà e conoscenza riguarda il rapporto tra gli inevitabili impianti delle energie rinnovabili e la tutela del paesaggio. Un decreto del 2021 non più rinviabile dall’attuale governo stabilisce che entro il 31 dicembre 2024 le regioni devono individuare le aree idonee, le aree non inidonee, le aree ordinarie – su cui applicare regimi autorizzativi particolari – in modo da fissare regole e soluzioni che evitino continui conflitti locali. Le Regioni lo faranno in tempo, sviluppando anche informazione corretta, in modo che i cittadini possano partecipare e scegliere?

Sempre il 31 dicembre 2024 è prevista un’altra scadenza per il Piemonte: decidere se costruire un secondo termovalorizzatore in regione (i territori devono esprimere la loro candidatura) o ampliare quello esistente di Torino. È possibile avere tutti i dati trasparenti per poter decidere e scegliere come comunità? Io che amo i dati e le loro relativa interpretazione – per una volta – non ve ne fornisco. Lascio a voi cercare o seguire chi si preoccupa di espandere conoscen za. Siate liberi di chiedere! Diceva Einstein: «La cosa importante è di non smettere mai di domandare» e – aggiungiamo – di pretendere le risposte! Per le auto elettriche, i dati sono molto interessanti ma non facilmente reperibili.

Vi fornisco un indizio: in Italia sono 50mila le colonnine di ricarica in prevalenza presenti in tre regioni del nord. In Francia e Germania sono 120mila! Per il ponte sullo stretto di Messina si arriverà ad avere conoscenze trasparenti sui rischi derivati dall’essere posizionato su una zona sismica oppure si inizierà a costruire senza avere certezze in merito e dopo aver speso già 700 milioni? Troppi italiani si pronunciano senza sapere.
Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi della ue e dell’onu del 2030 come siamo messi in Italia? Per quelli di sostenibilità ambientale (asvis 2023) non sono raggiungibili al ritmo attuale: come raggiungere il 42,5% di energia da fonti rinnovabili; ridurre del 20% i consumi di energia; ridurre del 20% i fertilizzanti.
In dubbio il raddoppio del traffico merci su ferrovia. C’è il rischio (ed è una brutta notizia) che le elezioni americane, che stanno condizionando pesantemente le tre cop mondiali (sedi comunque importanti di confronto) sulla biodiversità, i cambiamenti climatici, l’uso dei suoli e dell’alimentazione, rilancino il negazionismo climatico.
Il nostro presidente della Repubblica Mattarella è invece sul pezzo: «Sul clima ritardi enormi, basta toni da imbonitori. Le conseguenze sempre più nefasto dei nostri ritardi sono sotto gli occhi di tutti». Forza, possiamo farcela!
 

Carlo Degiacomi
NP dicembre 2024

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