La guerra vista da qui

Pubblicato il 29-09-2022

di Simona Pagani

La guerra vista da qui ha il volto di Irina, Natalia, Yehor. Se fosse un’istantanea sarebbe una foto di famiglia in cui manca sempre qualcuno. Padri e figli rimasti a combattere, sorelle che non hanno voluto lasciare i loro mariti, nonni troppo anziani per abbandonare le loro case. Tante sono le immagini che si accavallano nella mia mente e che sintetizzano questo mese vissuto insieme a persone che, in pochi giorni, hanno perso tutto senza neanche capire cosa stava accadendo.

Lo sguardo rivolto al cielo di Roman, 9 anni: sta giocando a calcio, eppure, ogni volta che passa un aereo, alza gli occhi e con lo sguardo lo segue finché non si allontana. Le parole di Sasha: «Finita la guerra, se ci sarà ancora un posto dove tornare, vorrei andarci con la mia famiglia».

Le lacrime che scendono silenziose sul volto di Nina, 73 anni del Donetsk, mentre la figlia racconta del mese vissuto sotto i bombardamenti e il suono delle sirene.

Le parole di Olgha: «Sono scappata da un posto in cui il senso di insicurezza era diventato insopportabile, ora sono qui e mi sento al sicuro e protetta, eppure questo senso di insicurezza non mi lascia e mi sta distruggendo, non riesco a mandarlo via».

Il disegno di Natalia, 34 anni madre di 2 figli. Alla richiesta di disegnare un albero, indugia e poi abbozza uno scoiattolo, piccolo e sperduto in mezzo a un foglio bianco. Natalia è la seconda volta che lascia la sua casa a motivo della guerra: l’albero non c’è più, è rimasto solo lo scoiattolo. Il senso di impotenza e di colpa che pervade un po’ tutti: «Quello che ci distrugge è che noi siamo qui, al sicuro, mentre la nostra gente sta morendo per difendere il nostro Paese, e noi per loro non possiamo fare nulla».

Le pozzanghere di Aliona, 30 anni di Mariupol. Con madre, padre e nonna di 85 anni hanno visto bombardare le loro case e bruciare davanti ai loro occhi tutta la loro vita. Sono rimasti un mese nelle cantine, poi sono finiti cibo e acqua. Come un topo di notte, il padre ingegnere meccanico che sale in superficie a cercare acqua. Hanno bevuto dalle pozzanghere, poi sono finite anche quelle. Dopo tre giorni senza acqua e cibo hanno tentato di uscire dalla città, a piedi sotto le bombe. Aliona oggi ha compiuto 30 anni: indossa vestiti che non sono i suoi ed è in un Paese in cui non capisce la lingua, ma ha un sorriso bellissimo. È viva e con lei ci sono ancora la mamma, il papà e la nonna.

Simona Pagani
NP Maggio 2022

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