La corteccia e la linfa

Pubblicato il 18-03-2025

di Renza Bogiatto

Nel 2015 M si presenta da noi: erano gli anni ruggenti, arrivavano tante ragazze della tratta, con vissuti terribili e modalità difficili da gestire.
M giunge con passo deciso e tono irruento, sempre sulla difensiva e arrabbiata, pronta a urlare e a bisticciare con tutti, insomma una “nigeriana doc”.
Resta per qualche tempo in accoglienza da noi ma scalpita, non è disponibile a nessuna progettualità e dopo un po’ se ne va e perdiamo le sue tracce.

Qualche mese fa, l’ospedale ci contatta per una donna ricoverata, sempre sola che dice di conoscere solamente il Sermig. Ha avuto un intervento molto grave alla testa, non ha nessuno che venga a trovarla. È proprio M! Andiamo da lei, è molto intontita ma ci riconosce, ha i movimenti lenti e l’espressione di una bambina, è contenta di vederci.
Ha lo sguardo perso, ma quando la volta successiva le portiamo del cibo nigeriano, ecco che il suo viso si illumina, è felicissima, sorride gentile, ringrazia e un po’ di vita torna in lei. Ci racconta di aver perso il lavoro, di essere in debito con l’ATC e che da due anni vive senza luce e senza acqua calda. La dimettono, andiamo nella sua casa e troviamo l’impossibile: manca la luce, blatte dappertutto, la casa è sporca e in uno stato di terribile degrado. Le proponiamo di venire per un periodo da noi, per poter risistemare la casa, accetta e comincia pian piano la sua trasformazione.

Si lascia guidare come una bambina ad avere di nuovo cura della sua persona, delle sue cose, della sua camera. Adesso si fida, è cordiale, sorride sempre, è disponibile verso tutti e tutti le vogliono bene. Quando è arrivata in accoglienza, ci ha detto: «Che meraviglia, era da due anni che non mi facevo una doccia calda, mi lavavo solo in un piccolo secchiello con un po’d’acqua che mi facevo scaldare sul gas!». Ultimamente, alla domenica mattina, si veste a festa, profumata ed esce. Le chiediamo dove va e lei ci risponde: a messa.
È davvero un’altra persona la M che ci dice: «Io qui sto bene, sento i bambini che bisticciano, le mamme che gridano, è casa, è famiglia, non sono più sola». La malattia ha iniziato a scalfire la sua scorza e il sentirsi voluta bene ha aperto il suo cuore.
 

Renza Bogiatto
NP dicembre 2024

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