La conta non torna
Pubblicato il 27-09-2024
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Così Alessandro Barbero in Caporetto spiega la considerazione che i generali italiani avevano della vita dei loro soldati durante la Prima guerra mondiale. Era una valutazione cinica, che non teneva assolutamente conto del valore e della dignità del soldato, elementi che non appartenevano alla mentalità del tempo. I soldati erano un’arma come le altre, come un semplice proiettile da sparare. L’importante era averne almeno uno più degli altri.
Nonostante siano passati cento anni da quei tragici avvenimenti, nonostante abbiamo attraversato tutto il Novecento in mezzo a genocidi e massacri vari, non siamo ancora riusciti ad andare oltre la logica della conta. Pensavamo che la Seconda guerra mondiale, la Shoah e le bombe atomiche avessero definitivamente modificato la nostra mentalità. Ma il trapasso dei testimoni di quegli eventi e il progressivo allontanamento temporale da quegli anni stanno facendo cedere certe convinzioni che sembravano definitivamente assodate. E così ci ritroviamo a fare la conta.
A oltre due anni dall’invasione russa dell’Ucraina è praticamente impossibile avere un’idea chiara e precisa di quante siano le vittime – feriti e deceduti. Secondo le Nazioni Unite a febbraio 2024 le vittime civile sarebbero oltre 30mila: 10mila morti e 20mila feriti. Secondo alcune fonti occidentali i morti militari oscillerebbero tra le 15 e 30mila unità, oltre a 100mila feriti. Ancora più difficile definire il numero di vittime russe: forse una cifra compresa tra 45 e 60mila morti. Alcune fonti governative USA indicano globalmente in 315mila il numero dei deceduti e dei feriti. E non ci mettiamo qui a elencare anche i morti e feriti del Medio Oriente…
Numeri. Sempre numeri. Solo numeri. Perché non riusciamo a comprendere che dietro a ogni cifra troviamo vite, volti, desideri, carne, sangue, anima? Persone che sono figli, figlie, padri, madri. Esattamente come noi… La logica dei costi/benefici ci aliena e impedisce di comprendere la dimensione tragica di ogni conflitto armato. Se quel numero non diventa volto, la storia non cambierà.
Renato Bonomo
NP Giugno/Luglio 2024