La casa possibile

Pubblicato il 24-11-2021

di Gianfranco Cattai

Il Cicsene, voluto e costituito dal prof. Giorgio Ceragioli (foto), per me maestro di vita e di impegno professionale, molto conosciuto dagli amici del Sermig, il prossimo anno compirà 50 anni. Un bel traguardo. Ente di ricerca/azione si è da sempre occupato dell'accesso alla casa per tutti nel mondo. Per quanto attiene la casa in Italia abbiamo maturato alcune convinzioni.
Il problema della casa non esiste. Esiste invece il problema dell'accesso alla casa. Per motivi diversi. Perché i proprietari decidono di non mettere in affitto i propri alloggi vuoti. Perché sempre di più il patrimonio delle case popolari necessita di manutenzioni.
Perché è in aumento la quantità di persone che non sono in grado di affrontare il mercato degli affitti (fasce vulnerabili). Perché gli stranieri si trovano ostacolati da pregiudizi.

Perché aumentano i poveri nel nostro Paese ancor più dopo la pandemia. Perché di fronte all'emergenza Covid siamo impreparati. Perché manca un sistema integrato che affronti il problema abitativo. Mentre per la fascia povera esistono misure sia governative sia degli enti locali, per affrontare le differenti situazioni, per la cosiddetta "fascia grigia" esistono alcune prassi che non trovano però ancora una sistematizzazione. Siamo convinti che sia importante, relativamente al tema dell'abitare, dotarsi di strumenti flessibili e tempi contenuti per trovare rapide soluzioni nella prospettiva di mantenimento della cosiddetta normalità.
A proposito di soluzioni innovative per le fasce deboli abbiamo sperimentato l'accompagnamento abitativo per far incontrare il proprietario di case vuote con i nuclei che non hanno i requisiti per accedere al mercato dell'affitto: 2.500 casi risolti in meno di 10 anni stanno a dimostrare che è possibile.
Non solo ma si deve potenziare questa soluzione a fronte del fatto che a Torino si cifrano gli alloggi vuoti di proprietà privata a 70.000, a Roma 250.000.

Ma c'è un altro dato che vogliamo rilevare perché con le modalità del passato non riusciremo a trovare soluzioni per il futuro: l'assegnazione delle cosiddette case popolari.
Quanti sono gli alloggi pubblici che potrebbero essere destinati e sono bloccati per mancanza di manutenzioni ordinarie e straordinarie? Secondo la Regione Piemonte sono 3.300 di cui 1.700 nell'area di Torino.
Questi ultimi rappresentano da 5 a 6 annualità di assegnazione per gli aventi diritto. Al di là dei fondi necessari (cifriamo a 16 milioni di euro, che però in prospettiva potrebbero arrivare) è necessaria una forte creatività che innovi rispetto alle modalità di lavoro e agli appalti.
Siamo anche convinti che la sussidiarietà prevista dalla nostra costituzione all'art. 118 potrebbe coniugare le energie del settore pubblico e del terzo settore al fine di trovare soluzioni a beneficio del bene comune: la casa per tutti.

cicsene@cicsene.org

Gianfranco Cattai
NP agosto / settembre 2021

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