L'importanza della ferialità

Pubblicato il 26-08-2025

di Corrado Avagnina

Forse, al cospetto delle giravolte dei grandi della terra, con decisioni scomposte sui quadranti mondiali e con la miopia di non voler vedere i baratri delle guerre in corso e delle ingiustizie sociali, sale su dall’animo un pensiero insistente: concentrarsi sulla nostra ferialità, che è in larga misura la nostra vita. Per vedere cosa si può fare, abbandonando la postura da spettatori, magari troppo presi da commenti più o meno sensati, più o meno sbracati su tutto il resto che capita d’attorno, rimbalzando dalle news a tamburo battente.

Indubbiamente, non si può vivere isolati, nel perimetro delle proprie cose. Si è tutti interconnessi. E ciò che succede sotto i nostri occhi ormai inglobati dalle reti e dalle piattaforme digitali non può essere snobbato. Intanto va decodificato con attenzione. E, nella misura del possibile, va preso in considerazione, Perché se ne portano conseguenze al largo, senza confini o recinti chiusi. Certo, di fronte ai prepotenti di turno è necessario attrezzarsi con convinzioni forti e coraggiose, anche e soprattutto dal basso. Ovviamente resta da capire bene ciò che sta invadendo le nostre giornate segnate dall’online a più non posso. Ma c’è la vita ordinaria – chiamiamola così – che merita qualche priorità. Perché la realtà quotidiana non è un optional, è la nostra esistenza che si realizza nelle pieghe della vita di famiglia, nei rapporti giornalieri e nel non sprecare, nella condivisione di cose concrete. Qui possiamo cogliere una dedizione che è plus-valore umano, costruendo ogni giorno una dimensione positiva, magari incoraggiante, nonostante tutto.

C’è poi un tratto spirituale, impercettibile, da non trascurare, perché può trasformarsi in preghiera che dà fiducia o in una manciata di spunti interiori che aiutano a vedere meglio l’orizzonte. Ci sono le fatiche del lavoro (per chi ce l’ha), ci sono i crucci della salute malferma, ci sono le presenze di fragilità in mezzo a noi, nelle case, talora nelle solitudini e nelle angustie che pesano. Ci sono le comunità di appartenenza in cui farsi trovare e in cui dare una mano. Ci sono gli ultimi che assumono il volto del senza fissa dimora che invoca almeno uno sguardo in qualche misura inclusivo nel segno della comunità umanità. Incontri di persone lungo vie e entro situazioni che reclamano un cambio di passo... Ci sono gli spazi, più o meno ristretti del tempo libero, in cui rigenerarsi. Sono tanti i segmenti del quotidiano in cui essere all’altezza. Dentro una sorta di mission che disegna passi ordinari che possono essere intrisi di umanità vera. Consapevoli che tutto questo, dal basso, sa di vita autentica... che forse può far rileggere in chiave diversa gli eventi macro che i media ci riversano addosso, con tutto ciò che sa di zavorra depistante.


NP Maggio 2025
Corrado Avagnina

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