L’anello del buon pastore

Pubblicato il 02-06-2022

di Agnese Picco

Nel mese di dicembre, grazie alle prospezioni dei sub afferenti all’Unità Marittima dell’Israel Antiquities Authority, sono stati trovati i relitti di due navi naufragate nel porto di Cesarea, cariche della merce che trasportavano.

Il primo relitto appartiene all’età romana (III sec. d.C), quando la città era un importante punto di scambio della regione.

Nel I sec Cesarea fu scelta da Erode come sede per la costruzione di un porto marittimo e rimase un centro nevralgico per tutta l’età romana fino all’epoca bizantina. Una delle molte navi che circolavano nel porto naufragò, così il suo relitto è arrivato fino ai giorni nostri. Gli archeologi hanno rinvenuto diversi manufatti nella stiva della nave e oggetti appartenuti all’equipaggio, come monete d’oro e d’argento, una gemma incisa con l’immagine di una lira, campanelle di bronzo, la figurina di un’aquila, simbolo dell’impero romano, vasellame di ceramica e un anello molto particolare. La fascia, d’oro, è sagomata a forma di ottagono, mentre il castone contiene una pietra verde incisa con l’immagine di un giovane che porta una pecora sulle spalle. L’immagine del buon pastore è una delle prime iconografie riferite alla figura di Gesù, come recita il vangelo di Giovanni (Gv 10,11): «Io sono il buon pastore».

L’anello si presenta come una delle prime raffigurazioni di questo tipo, presenti anche nelle catacombe romane, e non è un caso che venga da Cesarea. La città infatti ospitava un’importante comunità cristiana. Negli Atti degli apostoli (At 10), ad esempio, viene raccontato l’episodio del centurione Cornelio, battezzato da Pietro.

La seconda nave ritrovata nel porto, invece, è di epoca mamelucca (XIV sec). In questo periodo l’importanza di Cesarea era svanita, a favore di altri centri mediterranei. I Mamelucchi inoltre, non avendo una flotta navale, temevano che le potenze europee cercassero di attaccare dal mare e distrussero molti porti per evitarlo. Il relitto conteneva 500 monete d’argento. Per ora non è possibile definire la provenienza o la destinazione della nave, ma gli archeologi continueranno le ricerche e lo studio dei materiali non appena le condizioni atmosferiche lo permetteranno.


Agnese Picco
NP Febbraio 2022

 

Per Approfondire

 

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