Jannik Sinner: Un eroe di tutti i giorni
Pubblicato il 11-03-2025
Nella complicata macchina dell’informazione televisiva, le buone notizie passano di prassi in secondo piano, affogate nella marea dilagante di “cattive nuove” che tengono sotto costante pressione una platea di spettatori ormai abituata a una lettura in negativa della realtà del mondo. Purtroppo il male, se non più affascinante, risulta più intrigante del bene nel sentire comune, le tragedie attirano morbosamente l’attenzione dei più forse perché per un attimo ti fanno capire che c’è chi sta peggio di te, o semplicemente perché è più facile commiserare che impegnarsi in una buona azione. Ma limitarsi alle brutte notizie che occupano gran parte dei nostri telegiornali quotidiani sarebbe fuorviante, le guerre, le crisi economiche, la povertà in aumento, l’immigrazione fuori controllo, la crisi del lavoro e quant’altro, dipingono nell’immaginario collettivo un futuro a tinte fosche, ma non bastano evidentemente a saziare il nostro morboso appetito di brutture; occorre ben altro.
Ed ecco allora la prodiga televisione intervenire per soddisfare i nostri palati ammalati con programmi, serie, approfondimenti e fictions tutti incentrati sulle brutture e sulle tragiche devianze della società umana targata Italia, tanto per sentirci a casa… Gomorra, Anime nere, Suburra, La banda della Magliana solo per citarne alcune di grande successo, ma ci avventuriamo con grande passione anche nei rapporti di famiglia malati di Avetrana, nello sterminio della famiglia a opera di Pietro Maso e dei suoi tre fedelissimi amici, come nella mente criminale di Maurizio Minghella il serial killer di prostitute. Menti assassine processate, condannate e rinchiuse in carcere che, invece di scomparire nell’oblio che meriterebbero, vengono portate alla ribalta televisiva e, proprio per la natura stessa del mezzo, quasi celebrate sull’altare mediatico. Le vittime scompaiono mentre i carnefici si tramutano in eroi. Mettere in scena la tragedia per esorcizzare il male affidandosi alla televisione, visti i risultati, non mi pare un’idea felice; è più affascinante emulare un giovane camorrista che scegliere di vivere nell’anonimato di una vita normale.
Ma poi un giorno qualcosa cambia, non scompaiono odio, violenza e morte nelle più diverse declinazioni ma, a bucare per un attimo lo schermo compare una stella che scombina la routine, un campione che cresce e si impone senza far rumore, un bravo ragazzo che cammina in punta di piedi ma fa un clamore assordante, un paradosso vivente che scardina il sistema, uno che parla poco e produce molto, un rivoluzionario suo malgrado. Jannik Sinner ha scalato tutte le classifiche e si è imposto come numero uno al mondo rimanendo il ragazzo che era e che, sotto i riflettori global, continua a essere, semplice, genuino, umano. Quello che si accorge che tra il pubblico una signora si sente male, si ferma, chiama i soccorsi, porge la sua borraccia d’acqua oppure, allo scoppio di un improvviso acquazzone, tende l’ombrello per la raccattapalle e la fa sedere al suo fianco, gesti dettati dall’istinto di una sana normalità ma che, nella becera declinazione televisiva cui siamo abituati, lo vestono da eroe; uno di quegli eroi buoni di cui avremmo tanto bisogno.
Michelangelo Dotta
NP dicembre 2024