India che passione

Pubblicato il 13-10-2011

di Alessandro Falchero

di Alessandro Falchero - Difficile fare sintesi di un Paese enorme e variegato. Più facile tratteggiare degli scorci, come fa l'autore di questo diario di viaggio.

 
Per chi non lo sa o non lo ricorda: l’India è 11 volte più grande dell'Italia - immaginate la punta inferiore in Sicilia e quella superiore a metà della Svezia, l'estremità occidentale a Parigi e quella orientale a Bucarest - ed ha il doppio degli abitanti dell’intera Europa, Russia fino agli Urali inclusa. È impensabile che ci sia omogeneità di cultura, comportamento, sviluppo.
 
La povertà è estesa, il 40% degli indiani (equivalente a ben oltre la metà della popolazione europea, centenari e neonati inclusi) vive con un reddito inferiore ai mille dollari l'anno. Il 10% (più della popolazione di Italia e Inghilterra messe insieme) è molto ricca e il restante 50% vive a livelli accettabili. Romanticamente, in occidente pensiamo e vediamo soltanto la povertà. 
 
Un segnale importante nella logica dello sviluppo è la spesa in educazione, a livelli enormi. Se a Madras, città con 7 milioni e mezzo di abitanti, si tocca una povertà - e una sporcizia - come raramente ho visto per il mondo, nello stesso tempo si osservano strutture scolastiche nuove e in costruzione, dai primi gradi alle università, pubbliche e private, di tipo occidentale, in alcuni settori da fare invidia a noi. Anche nell'interno e nelle zone rurali si coglie questo indirizzo. 
 
La stragrande maggioranza, l'80% circa degli indiani, è di religione indù, il 10% musulmana, il restante 10% si suddivide tra cristiani di varie confessioni, ebrei, jainisti e altre religioni. Nel sud e in alcune aree del Paese queste percentuali si modificano, si arriva anche al 20% sia di cristiani sia di musulmani in qualche città. Eppure l'intolleranza religiosa è limitata a pochi casi e per lo più la religione non è che un pretesto per giustificare lotte di potere e di denaro, come capita ad esempio a Mumbay tra mafia islamica e indù. La storia di tolleranza riduce problemi di mescolamenti e di convivenza. Lo spirito di sopportazione è un indice di maturità o di rassegnazione totale.
 
L’indifferenza con cui gli autisti di camion attendono di superare i 12 chilometri di coda per entrare in Hassan ha dello stoico, ma non dimentichiamo il senso di fatalismo. La religiosità si esprime nell'andare ogni giorno al tempio, nel portare offerte, nel farsi benedire dal bramino (o dall'elefante) prima di cominciare la giornata, nel conservare in fronte i segni della benedizione ricevuta, nella recitazione dei giusti mantra tre volte al giorno. Sono migliaia i pellegrini che giornalmente si recano nelle città sante e nei santuari indù, del tutto simili a quelli musulmani e cristiani. Attorno al tempio in attività c'è la quotidianità, il commercio di abiti, di alimenti, di antichità, di oggetti religiosi, di fiori, di tutto, un via vai continuo che rende il tempio parte centrale della vita normale.
 
L'abitudine all'utilizzo di ogni cosa, di ogni scarto, è un'altra invidiabile scoperta. Noi diciamo che lo spreco del mondo occidentale è enorme, in India si vedono altrettante situazioni per quel che riguarda il cibo - sembra inverosimile - perché le regole di conservazione e di trattamento sono le stesse. I poveri che vivono in strada si rifugiano sotto cartoni o tende quando va bene, molti si sdraiano a dormire sulla nuda terra. Al sud per fortuna il clima è mite e non scende mai sotto i 20 - 22 gradi; al nord è impressionante vedere a Delhi i senza tetto e gli accattoni girare a zero gradi con le coperte in testa, tremanti. Per queste persone ciò che si scarta può essere utilizzato per costruire un riparo, per preparare un vestito, per fabbricare un oggetto da vendere. E come in sud America, lo sterco delle vacche è utilizzato come combustibile. 
 
In contrapposizione si trovano impianti di produzione di energia eolica che lasciano a bocca aperta: l’energia arriva in tutti i villaggi dell’interno. Semmai ciò che manca è l'acqua. è normale perciò che quella piovana sia raccolta e conservata, le vecchie piscine dei re e dei signori locali sono sfruttate ancora adesso. Acqua usata per lavarsi, per lavare i panni, per bere. Vivere in India con uno stipendio europeo è una manna, si mangia bene spendendo 5 euro al ristorante, si possono affittare grandi case moderne a cento euro al mese. Le cose cambiano se lo stipendio diventa indiano. Un impiegato governativo guadagna 150 euro al mese, un po' di più un operaio di azienda privata; un insegnante della scuola di danza Kalakshetra di Madras - la danza, la musica e il canto della tradizione - può arrivare a 300 euro al mese. La Nano, l'auto economica della Tata, costa poco più di 2 mila euro, ma "è troppo piccola per noi - diceva una delle mie guide - va bene per tre o quattro persone, ma come facciamo noi che siamo in 6 a salirci?".
 
Se guardate il numero di persone, ragazzi sui tuc-tuc o sui furgoncini tipo Ape non strabuzzate gli occhi: ne abbiamo contati 10 dove il limite è 4 e 25 dove il limite è 10. Forse il problema della Nano è la carrozzeria rigida e i sedili! La vita avanza con compulsione, si confondono persone di vario rango e dignità - le caste per legge sono annullate, nei fatti un po' meno - nei templi, per le strade, nei ristoranti.
 
Camminare scalzi nei templi o senza scarpe per strada è un'esperienza che a noi occidentali può scatenare la più forte repulsione o il più vivo senso di empatia. Il clima tropicale favorisce coltivazioni e raccolti maggiori, tre volte all’anno il riso, ad esempio. La possibilità di crescita economica del settore è incredibile, tenuto conto che ancor oggi la tecnologia è vecchia di 50 anni, con molte colture manuali - del resto c'è tanta gente da far lavorare - e poca automazione. Il trasporto aereo è in continua espansione e gli aerei sempre pieni, le strade invece sono insufficienti e sconquassate.
 
Il clima monsonico pesa negativamente, con alluvioni e piogge devastanti che abbattono ponti e rovinano l’asfalto. Le case cominciano ad utilizzare il cemento armato e altri materiali; nelle campagne è normale vedere strutture di mattoni crudi, tetti di paglia e lamiera. L'igiene è primordiale, talvolta se si regala ai bambini uno shampoo bisogna stare attenti che non lo bevano. In compenso i bambini del sud sono vivaci, hanno occhi brillanti, la speranza si vede. In un mio viaggio precedente proprio gli occhi dei bambini delle grandi città del nord mi avevano lasciato un'amarezza indicibile: nessun segno di speranza, soltanto sofferenza e rassegnazione.
 
La tecnologia informatica e delle telecomunicazioni è all'avanguardia, internet diffusa e a basso prezzo, telefonia mobile - salto tecnologico rispetto a quella fissa - disponibile a basso prezzo. L'industria sta installando nuovi impianti nel settore automobilistico, delle telecomunicazioni, dell'alimentare, dell'energia, delle costruzioni. Il turismo al sud è ancora indietro rispetto al nord. Le sfide che l'India dovrà affrontare sono tante, soprattutto l'equilibrio tra sviluppo economico e tradizione, l'armonia nel rapporto tra affari, tempo e spiritualità, la sconfitta della corruzione, la distribuzione delle risorse di base, acqua in special modo, e l'accesso ai servizi sanitari.
 
Alessandro Falchero
foto di Maurizio Turinetto

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