Immagine dell'amore
Pubblicato il 29-08-2020
L’icona della crocifissione è sempre un’icona anche di resurrezione. Per esempio nell’icona riportata (da me ultimata pochi mesi fa) Gesù è in croce, ma è anche risorto: non ha le tracce della sua passione, a parte poche gocce di sangue che escono dai chiodi delle mani, dei piedi e dal costato. La stessa posizione del suo corpo suggerisce la postura aggraziata di un uomo in piedi che allarga le braccia completamente.
Gli occhi chiusi e il capo reclinato suggeriscono più un riposo quieto che una morte per soffocamento. Non per negare le sue sofferenze: lo sgomento e le lacrime dei presenti (da sinistra Maria di Magdala, Maria la Madre di Gesù, l’apostolo Giovanni e il centurione) e degli stessi angeli, stanno ad indicare che una sofferenza e una morte reali, atroci e inaudite ci sono state veramente e sotto gli occhi di tutti.
Ma per affermare che Gesù aveva uno scopo nel soffrire tutto quello che ha scelto di soffrire: prendere su di sé le conseguenze della cattiveria e della violenza dell’uomo, del suo cieco egoismo, per salvarlo, per riaprire le vie del cielo a chi le aveva chiuse con tanta ingratitudine, e mostrare l’amore infinito che solo Dio può avere.
Chiara Dal Corso
NP maggio 2020