Il vero sbarco sulla luna
Pubblicato il 15-09-2024
Molti di voi nati intorno ai ’70 ricorderanno quel mondo antico in cui ascoltare la musica non era un'operazione così semplice. Non bastava dire: «Alexa metti i Pink Floyd». La musica non era una serie di suoni che uscivano da una cassa o uno smartphone! O una serie di note da ingoiare con le orecchie per poi passare alla traccia successiva suggerita da un algoritmo. La musica era una cosa fisica, prima la dovevi cercare, poi toccare, leggere e sfogliare. Alla radio passavano I will follow e tu ne rimanevi rapito, pensavi: «Che voce! Che chitarra! Come pesta sta batteria! Ma chi sono questi?». Bastava aspettare la fine del brano per scoprire che esistevano gli U2. Era il 20 ottobre del 1980 e usciva il vinile di Boy, il loro primo album. Fu subito amore, ma dovetti aspettare il Natale successivo per farmelo regalare. Mi ricordo ancora il suo odore, e il rumore della puntina che si appoggiava sul vinile. Un suono sporco ma viscerale. Improvvisamente ti sentivi parte di un qualcosa capace di cambiarti la vita. Qualche mese fa ho rispolverato il vecchio giradischi. È stato bellissimo vedere con quanto interesse i miei figli hanno ascoltato la musica uscire da quello strano disco nero, dove non puoi "skippare" così facilmente! Questa cosa a loro è suonata sconvolgente. Forse la cosa più bella è vedere Elia che a 6 anni mette su da solo Johnny Cash, o beccare Camilla che fa suonare Rubber Soul di nascosto o Leo che mi dice: «Pa’, mettiamo su IL disco!». Ovvero… The Dark Side of the Moon. Queste dovrebbero essere le vere conquiste dell'uomo.
Andrea Gotico
NP giugno/luglio 2024