Il tempo passa

Pubblicato il 12-05-2021

di Andrea Gotico

Una cosa interessante dell'invecchiare è il potersi guardare indietro e vedere quanto tempo si è perso, questo perché dopo essersi avviliti per il tempo perso, potremo capire che quel tempo ci ha insegnato a non perderne più, cancellandone se si può dire l'avvilitezza. Certo, c'è l'eventualità che questo tempo ci abbia reso degli inguaribili capoccioni… e in molti casi ci sarà poco da fare... inesorabili continueremo a perderlo fino al nostro ultimo giorno. Ma se oggi dovessi fare un elenco dei giorni buttati – giusto per fare il punto della situazione – salterei la descrizione delle cavolate fatte, anche perché non basterebbe questa colonna. Mi piace pensare ad un'altro aspetto del tempo che svanisce e che non torna più: mi sbaglierò ma ho spesso la sensazione che l'umanità passa la maggior parte del suo tempo a leggere notizie e a rimanere basita per il susseguirsi delle cose.

Le cose che capitano sembrano raramente generare un miglioramento nelle persone, che paiono quasi ipnotizzate dal male… ciò che capita ci rende più facilmente giudici spietati. Questa spietatezza produce solo una cosa: è il renderci incapaci di vedere chi siamo realmente noi. In questi anni si è radicata prepotente in me la certezza che "il male" (sintesi di tutto il dolore e le tragedie del mondo) nasconde dentro di sé la nostra salvezza. Quasi se fosse il nostro nemico ad indicarci senza volerlo il suo punto debole. Mio nonno un giorno mi disse: «Guarda laggiù che cosa pazzesca!». «Dove nonno? ». «Mi spiace troppo tardi!». Stiamo all'occhio che la pandemia ci sta indicando la via.


Andrea Gotico
NP febbraio 2021

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