Il sorriso di Favour

Pubblicato il 01-11-2022

di Simona Pagani

Ho conosciuto Favour 7 anni fa. È inverno, Favour indossa una giacca leggera di pelle. Ha il viso stanco, i vestiti sporchi. Ha un permesso di soggiorno scaduto. Non racconta nulla ma è chiaro che è una delle tante vittime del traffico di esseri umani. Costretta a prostituirsi per pagare un debito impagabile. Rispettiamo il suo silenzio e le offriamo ospitalità. Nel tempo emerge la sofferenza psichica. Su sua richiesta avviamo l'iter per il rimpatrio assistito ma il giorno della partenza cambia idea: sparisce, e ricompare nella nostra vita a distanza di un anno, eleggendo come residenza il ponte sulla Dora accanto a noi. Favour ha attraversato questi anni a piedi nudi, anche quando il termometro andava sotto zero. Ha vissuto giorni e notti, estati e inverni senza alcun riparo se non un involucro di cartone, indossando gli stessi vestiti come fossero una seconda pelle. La sua sofferenza psichica è andata crescendo e l’ha messa sempre più all’angolo in balia delle sue allucinazioni.

Abbiamo chiesto aiuto al mondo intero ma la sua condizione di straniera irregolare e con problemi psichiatrici non l’ha mai resa visibile. Le siamo stati accanto mantenendo la distanza che ci richiedeva e vivendo tutta l’impotenza di chi sente la sofferenza dell’altro ma non ha strumenti per poterlo aiutare. Tre anni fa per "difendere il suo posto" è stata ferita al volto con un coccio di bottiglia. Ha perso l’occhio destro. Due anni fa un’emoragia cerebrale. Cosa fare difronte a una persona la cui sofferenza psichica la obbliga a vivere in condizioni inumane? È giusto rispettare la sua libertà? Ma è libertà quella di chi vive imprigionato dai suoi deliri? Non è stata una scelta semplice ma abbiamo deciso di richiedere la nomina di un tutore. Dopo un anno e una perizia psichiatrica onesta, è stato finalmente nominato un tutore e Favour ricoverata in psichiatria. Per due mesi è rimasta in ospedale. I primi giorni ha dormito per terra rifiutando il letto e il cibo, poi piano piano si è lasciata avvicinare e ha iniziato la terapia. Dimessa è stata trasferita in comunità.

Ora ogni mattina Favour esce, prende il pullman e torna nel suo angolo vicino al fiume. Ma arriva con vestiti puliti e scelti con cura, comunica, si lascia avvicinare, esprime gusti e desideri e sul volto ha un sorriso meraviglioso che più di ogni altra cosa racconta la vittoria sui suoi persecutori.


Simona Pagani
NP giugno / luglio 2022

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