Il sogno continua

Pubblicato il 13-03-2021

di Rosanna Tabasso

Una delle ultime pagine della Regola riassume il sogno del Sermig che si è sviluppato negli anni ed è “un sogno che continua”. Siamo partiti nel ‘64 per “sfamare” i due terzi dell’umanità che soffrivano di fame di pane, di sottosviluppo, di malattie perfettamente curabili per chi dispone di mezzi. Dall’83 abbiamo iniziato a ristrutturare e abitare gli Arsenali per vivere in prima persona la cura delle persone ferite: rifugiati, donne sole con i loro bambini, carcerati, persone marginali ed emarginate... In tutti questi anni abbiamo accolto le persone che hanno bussato alla nostra porta con rispetto per la loro dignità, storia, cultura, religione, abbiamo accolto ognuno con gratuità, con la cura e la competenza che si sviluppano quando si ama. E nell’accogliere abbiamo imparato a riconoscere i segni dei tempi: incontri, situazioni che annunciano qualcosa di nuovo in arrivo, qualcosa che va letto secondo la logica di Dio e che va preparato in anticipo. Così siamo cresciuti nell’amore per l’uomo, nell’opera della giustizia e della pace, così continuiamo a crescere, cercando di essere come dice la Regola: «Come una piuma senza difese, disponibili al vento dello Spirito».

 

In questi ultimi tempi il Covid e le sue conseguenze nella vita delle persone e nella vita del mondo, sono segni che ci stanno interpellando e ci fanno sentire l’urgenza di rispondere alla nostra chiamata profonda: «Il nostro sogno è portare gli uomini a Dio» (Regola del Sì). È sempre stato un richiamo forte ma oggi, alla luce di quanto leggiamo nelle persone, nella situazione sociale, negli scenari mondiali, è diventata per noi una priorità. È troppo poco vivere questo momento come una parentesi, in attesa di un tempo migliore in cui tornare alla vita di prima, come se niente fosse stato. D’altra parte le strade che l’umanità sta percorrendo non portano speranza alle persone che sperimentano sempre più il loro limite e il limite delle cose. Non serve essere esperti per capirlo. Questo tempo può diventare invece un’occasione di cambio di rotta, un’occasione preziosa per cambiare i nostri stili di vita, per tornare a Dio e ritrovare in lui le ragioni della speranza.

 

Nel grido di aiuto che sale dalle persone e dall’umanità, sentiamo che è venuto a mancare Dio, è venuta a mancare la relazione con lui. Il Creatore e Padre di tutti per la maggior parte delle persone è uno sconosciuto, qualcuno di cui qualche volta si è sentito parlare ma lontano dalla vita; molti lo ricordano quando non sanno a chi altro chiedere aiuto e poi si allontanano se le cose non vanno nel senso richiesto. Staccandoci da lui ci siamo però staccati dalla parte migliore di noi stessi, dal sentirci parte dell’unica famiglia umana, dal metterci a servizio gli uni degli altri, dall’amarci, rispettarci, perdonarci a vicenda, dal vivere con sobrietà la nostra vita perché tutti possano avere il necessario per vivere, dal rispettare le risorse del creato... Senza Dio, altri dei hanno avuto il primo posto: il benessere, l’arrivismo, il successo, l’egoismo, la ricchezza, il potere passando sopra tutto e sopra tutti. Il mondo si è staccato da Dio, ma Dio non si è staccato dal mondo. Dio è sempre qui, che spera di riaprire il dialogo con ognuno di noi. Quando tocchiamo con mano la nostra impotenza e vengono meno tante sicurezze, forse è arrivato il momento di tornare a porci le domande fondamentali sulla vita, sulla morte, sul senso di tutto: da dove vengo, dove sono diretto, per chi vivo... Le risposte a queste domande noi le abbiamo trovate nel Vangelo che ci ha dato chiarezza sul senso della nostra vita e ci ha offerto uno stile di vita completo. Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto Uomo, morto e risorto, è fondamento della nostra vita, del nostro agire e servire, è la nostra speranza. La fedeltà ai poveri, la risposta immediata e concreta ai bisogni fondamentali delle persone, come ogni nostro servizio, poggiano sulla roccia solida che è Gesù presente nella vita concreta, quotidiana, nelle fatiche, nelle gioie e nelle prove.

Ci siamo sentiti cercati da lui, e lentamente, con tutte le nostre fatiche, siamo arrivati a comprendere che Dio è Presenza, Dio c’è e anche nei momenti più difficili è compagno fedele, sempre con noi. Torniamo al Vangelo, alla vita che ci propone perché è risposta ai bisogni più profondi scritti nel nostro dna dalla fin dalla creazione: siamo figli di Dio, amati e fatti per amare, siamo custodi del creato fatti per vivere in armonia con le cose e tra noi. Torniamo ad immettere gocce di speranza nella nostra vita. Torniamo a camminare con Dio, ad avere un cuore che batte con il suo.

 

Rosanna Tabasso

NP dicembre 2020

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