Il punto bianco

Pubblicato il 31-03-2025

di Matteo Spicuglia

Leonardo è cresciuto. Ha da poco compiuto cinque anni, comincia a fare domande circostanziate, ad affidarti i suoi perché, con lo sguardo unico di chi si affaccia per la prima volta al mondo e alle cose. È l’età in cui i bambini costruiscono i ricordi, raccolgono esperienze, imparano a conoscere e anche a fidarsi. Leonardo sa il fatto suo, che sia davanti al suo gioco preferito, a un cartone animato che ama, o a un quadro che non ha mai visto.

Accompagnarlo in una mostra di arte contemporanea è stata una delle esperienze più particolari di quest’anno. Vederlo contento, stupito, saltellare da un’immagine all’altra, incuriosito da forme e colori. Anche in questo caso, tante domande, tanta vita.

Mai sottovalutare i bambini e vedere il rischio della noia dove non esiste. Leonardo si è fermato solo alla fine del percorso, davanti a un grande muro su cui i visitatori potevano scrivere liberamente pensieri e suggestioni. «Posso anche io?». «Certo, Leonardo». «Sicuro?». «Sicuro, vai tranquillo». Si è avvicinato così al tavolino preparato dai curatori, ha scelto il suo pennarello e poi, con passo deciso è andato verso la parete. Ha guardato un attimo l’insieme, ha cercato e puntato il suo angolo bianco tra mille scritte e disegni, ha ragionato per qualche secondo e alla fine ha cominciato a dare forma ai pensieri: una grande L, poi una E, infine una O. «Hai visto il mio nome? Scrivi adesso il tuo». Raggiunto l’obiettivo ancora disegni, forme, colori. E, dopo un po’ di tempo, una frase semplice: «Ho finito, andiamo!». Con un sorriso grande così.

L’avventura di Leo al museo è una storia minima, ma è bello pensare che si possa imparare qualcosa anche da questo candore.

Un anno nuovo, in fondo, che cos’è se non un punto bianco della storia su cui provare a lasciare il segno? Un punto da cercare, magari tra mille scarabocchi e tracce di chi è venuto prima. Un punto da immaginare, da arricchire con nuove idee e pensieri, da plasmare con il meglio di cui siamo capaci. Un punto che aspetta solo noi, perché siamo tutti diversi e ognuno può portare il proprio contributo unico e irripetibile.

Quel punto altro non è che il pezzo di spazio e tempo che ci viene affidato e che abbiamo il diritto di abitare con coraggio, con decisione, nel rispetto di tutti.
Il metodo ce lo insegna Leonardo. Scegliere il proprio tratto e colore, avvicinarsi con delicatezza, pensare, fidarsi e poi andare diritti al punto: lasciare il proprio nome, dare senso al proprio passaggio. E infine, avere l’umiltà di dire: «Ho finito, andiamo! Qualcun altro verrà e completerà il lavoro». Sia così per tutti l’anno nuovo che ci viene incontro. Con un sorriso grande così!


Matteo Spicuglia
NP gennaio 2025

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