Il perdono
Pubblicato il 07-01-2025
Come Gesù vuol farmi disponibile per il pane, disponibile a saziare i fratelli, così mi chiede di essere disponibile per il perdono: perdonami come io perdono!
Ecco allora una, ma profonda, assunzione di responsabilità.
Però può venirci spontanea una domanda: c’è prima il perdono nostro o c’è prima il perdono di Dio?
Se prendiamo questa frase alla lettera, se Dio dovesse veramente perdonarci come noi perdoniamo, chi mai riceverebbe il perdono?
Ripensiamo alla parabola del debitore perdonato o parabola del servo spietato (Mt 18,23–35).
Quel servo, pur avendo fatto l’esperienza del perdono, dell’essere perdonato gratuitamente, non ha saputo liberarsi da ciò che in lui era ostacolo all’amore, non ha saputo capire cosa comportava l’essere stato perdonato in una misura così grande.
Questo è essenziale: scoprire quanto noi siamo stati e siamo ogni giorno perdonati, per poter a nostra volta diventare capaci di perdonare, per poter porci di fronte agli altri così come Dio, in modo gratuito, per puro amore, si pone di fronte a noi.
Non è che io quasi mi possa “comperare” il perdono di Dio, avendo perdonato gli altri, e che debba perdonarli a tale scopo. Io perdono perché ho sperimentato il perdono, perché ho scoperto che Dio mi ama, non per poter vantare un credito di fronte a Dio.
Come Dio gratuitamente mi perdona, così io devo gratuitamente perdonare.
Egli è mio Padre, io debbo imparare da lui, come Gesù.
Padre Mario Nascimbeni
da Progetto (ora NP) ottobre 1992