Il gesto più grande

Pubblicato il 20-04-2023

di Annamaria Gobbato

Questa volta i protagonisti della storia sono 8 (più 1): un’intera famiglia polacca, Józef e Wiktoria Ulma con i loro sei bambini, più il settimo ancora in grembo alla madre. Il 24 marzo 1944 sono stati assassinati tutti dai nazisti: la colpa, aver nascosto per mesi in casa otto ebrei per scamparli dalla persecuzione del Terzo Reich.

A differenza di altre nazioni, in Polonia i nazisti avevano messo subito in chiaro che nascondere o aiutare in qualche modo gli ebrei era punito con la morte. Ma agli Ulma, ferventi cattolici, questa minaccia non impedì di compiere quello che a loro pareva giusto: salvare vite umane. Né furono i soli: si calcola che durante tutta l’occupazione nazista i polacchi riuscirono a salvare almeno 100mila ebrei. Del resto, la popolazione si sentiva minacciata quanto loro, avendo avuto strappati terre, industrie e risorse materiali dall’invasore. Moltissimi furono deportati ed uccisi al pari degli ebrei. Quando nel 1942 vennero costruiti i campi di sterminio, molte organizzazioni laiche e religiose cercarono di aiutare in tutti i modi i perseguitati, falsificando passaporti e ospitandoli in chiese e monasteri.

A fine anno i tedeschi ammazzarono la maggior parte degli abitanti ebrei di Markowa, un villaggio nella Polonia sud orientale. Lì c’era la fattoria degli Ulma; Józef era un personaggio molto conosciuto in tutto il villaggio, uno stimato agricoltore, apicoltore e allevatore di bachi di seta, un appassionato di libri e fotogra-fia. Quel 24 marzo, avvertiti probabilmente da un traditore, i nazisti irruppero in casa, fucilarono gli otto ebrei e poi crivellarono di colpi la famiglia. Prossimi beati, il loro gesto eroico sarà presto riconosciuto in tutto il mondo, a significare che solo l’amore non muore. Gesù ce l’ha promesso: «Io sono la resurrezione e la vita. Chi vive e crede in me, anche se muore, vivrà».

Annamaria Gobbato

NP Gennaio 2023

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