Il fariseo e la peccatrice davanti a Gesù (Lc 7, 36-51)

Pubblicato il 13-01-2023

di Anna Maria Del Prete

Nel suo cammino verso Gerusalemme, Gesù incontra Simone, un fariseo, che lo invita a tavola.
Come tutti i farisei, egli si ritiene tra i “giusti” di Israele perché osserva la Legge e si tiene lontano da ogni impurità. Gesù accetta l’invito, nonostante la Legge proibisca di frequentare farisei e peccatori.
Egli è venuto per i peccatori che vuole convertire all’Amore del Padre, senza il quale la loro obbedienza alla Legge non ha senso.
Sovente ne condivide il cibo tanto da essere definito mangione e beone, amico di pubblicani e di farisei (Lc 7,34).

È seduto a tavola quando una donna, una peccatrice di quella città […] portò un vaso di profumo e, stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, un pianto di gratitudine che esprime quanto le parole non riescono a dire. Poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Sono atti d’amore espressione di una gioia quasi incredula: il suo cuore è stato pervaso dalla fiducia nella misericordia di cui ha sentito parlare.
La misericordia: specchio della tenerezza di Dio, anche per lei, emarginata e disprezzata dalle genti. Una gratitudine immensa l’ha spinta a donare tutta se stessa a quel messaggero d’amore, tutta la sua ricchezza espressa dal profumo di grande valore.
Felice, si abbandona a quell’Amore che la accoglie, vi crede e vuole goderne, vi si tuffa uscendo da sé, incurante dei malevoli commenti dei presenti. È innamorata di Gesù e ha fede in lui.

Gesù con il suo atteggiamento libero e perciò liberante sorprende chi lo accoglie. Egli si lascia toccare dalla peccatrice senza problemi, accetta le sue espressioni non solo di venerazione, ma di affetto ardente, di tenerezza: espressioni che potrebbero sembrare anche troppo intense, troppo emotive, persino imbarazzanti.
Simone, infatti, prigioniero dei suoi schemi, non le comprende e pensa che Gesù le accetta perché non ha capito di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice. Dunque, egli non è un profeta.

Gesù rimane tranquillo non si inquieta per i giudizi di Simone ed è tutto preso da colei che, consapevole della sua miseria, agogna la misericordia di Dio. Con una parabola spiega a Simone quanto la sua ospitalità difettosa sia stata compensata dal comportamento della donna per la quale non ha parole elogiative, ma si limita a proclamare la verità e conclude rivolgendosi ai presenti con la frase che ella aspettava: le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato. Gesù rivela che l’unicum necessario è l’amore. L’amore umano, eco dell’Amore del Padre, che ora la donna riceve con cuore aperto.
Un amore troppo grande che solo la fede piena può accogliere, come conclude Gesù, rivolto alla donna: La tua fede ti ha salvato, vai in pace.

La fede è la chiave di tutto il racconto. È la fede che ha guidato questa donna a Gesù, facendole superare tutti gli interdetti nei quali l’aveva rinchiusa il fariseo, è la fede che suscitato in essa quei gesti spontanei ricchi di amore. La sua è una fede amante per mezzo della quale ha riconosciuto in Gesù il messaggero del perdono di Dio. Ora ella può andarsene con la pace di Dio nel cuore che l’ha rinnovata e purificata: finalmente è se stessa.
 

Anna Maria Del Prete
NP ottobre 2022

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